Il virus West Nile continua a diffondersi in Italia, con un incremento dei casi nelle ultime settimane. Il bilancio nazionale ha raggiunto gli 11 decessi, mentre il numero di contagi confermati supera i 100. La Regione Lazio risulta particolarmente colpita, con cinque vittime e decine di nuovi casi concentrati nelle province di Latina e nei comuni limitrofi.

Andamento dei casi e distribuzione geografica

Nel Lazio, solo il 1° agosto sono stati registrati 12 nuovi casi, tre dei quali con complicanze neurologiche. La sorveglianza sanitaria conferma che l’infezione è in crescita anche in altre regioni, come Campania, Piemonte e Lombardia. A livello nazionale, il virus ha superato i 100 casi confermati, ma secondo stime epidemiologiche il numero reale potrebbe essere molto più alto a causa della quota significativa di infezioni asintomatiche o lievi.

Impatto del virus e rischi per la salute

La West Nile è trasmessa dalla puntura di zanzare infette e può manifestarsi in forme lievi o gravi. Nei casi più severi, il virus può causare complicanze neurologiche come encefalite e meningite, con esiti talvolta letali. Le categorie più a rischio restano gli anziani, le persone con patologie croniche e i soggetti immunodepressi.

Sorveglianza sanitaria e azioni preventive

Il Ministero della Salute e le Regioni hanno potenziato la sorveglianza entomologica, monitorando la diffusione del virus nelle zanzare e negli uccelli selvatici, che rappresentano il principale serbatoio naturale dell’infezione. Le autorità locali stanno promuovendo anche campagne di disinfestazione e invitano la popolazione ad adottare misure preventive individuali, come l’uso di repellenti e zanzariere.

Sintomi e diagnosi della West Nile

La maggior parte delle persone infettate non presenta sintomi, ma in circa il 20% dei casi si manifestano febbre, mal di testa, dolori muscolari, affaticamento e nausea. Nei casi più gravi possono comparire rigidità del collo, disorientamento, convulsioni e segni di infezione neurologica. La diagnosi viene effettuata tramite esami sierologici specifici e, nei casi sospetti di forme gravi, con analisi del liquido cerebrospinale.

Visite specialistiche e prevenzione mirata

In presenza di sintomi sospetti, soprattutto in soggetti fragili come bambini, anziani e immunodepressi, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al medico di base o a centri specialistici infettivologici. La valutazione clinica consente di eseguire test diagnostici rapidi e di avviare un monitoraggio adeguato per prevenire complicanze. La prevenzione rimane il cardine per ridurre il rischio di contagio: protezione individuale, riduzione dei focolai larvali e disinfestazioni periodiche sono strumenti essenziali per limitare la circolazione del virus.

Prospettive e necessità di coordinamento

Il picco dei casi è atteso nelle prossime settimane, in linea con l’andamento delle stagioni precedenti ma con una diffusione geografica più ampia. Il coordinamento tra Istituto Superiore di Sanità, Regioni e Comuni sarà determinante per contenere la trasmissione e ridurre l’impatto sanitario della malattia.

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