Turni notturni e salute: ecco un focus sui rischi. Lavorare di notte sconvolge l’orologio biologico e aumenta i rischi per il cuore, il metabolismo e il benessere mentale

Il nostro organismo segue un ritmo interno regolato dal ciclo luce-buio, noto come ritmo circadiano. Questo sistema biologico influenza la produzione di ormoni, la temperatura corporea, la pressione sanguigna, la digestione e il sonno. Quando si lavora in turni notturni o a rotazione, il corpo entra in conflitto con il suo orologio naturale. Il risultato è un’alterazione profonda delle funzioni vitali che, se protratta nel tempo, può innescare disturbi gravi a carico del cuore, del metabolismo e del sistema immunitario.

Chi lavora di notte è più esposto a malattie croniche

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i turnisti notturni hanno un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità, diabete di tipo 2 e persino alcuni tumori. Il disallineamento tra attività lavorativa e ritmi biologici favorisce uno stato di infiammazione cronica, disturbi del sonno e squilibri metabolici. Secondo dati internazionali, chi lavora stabilmente su turni notturni ha un’incidenza fino al 40% più alta di eventi cardiovascolari rispetto ai lavoratori diurni.

Il cuore soffre la privazione di sonno

Tra le conseguenze più immediate dello stravolgimento circadiano vi è l’alterazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Durante il riposo notturno il cuore si rigenera, rallenta i battiti e riduce il carico emodinamico. Se il sonno viene spostato o interrotto, questo meccanismo protettivo salta, aumentando il rischio di infarti, aritmie e ischemie. La scarsa qualità del sonno, associata a una durata insufficiente, compromette anche la regolazione dello zucchero nel sangue e dei lipidi, predisponendo a sindrome metabolica.

Mente e umore sotto pressione

I lavoratori notturni sono esposti anche a un maggiore rischio di ansia, depressione e declino cognitivo. La mancanza di sonno regolare e la riduzione della luce solare possono alterare la produzione di melatonina e serotonina, con effetti negativi sull’umore e sulla stabilità emotiva. Inoltre, la mancanza di contatti sociali e la difficoltà nel gestire la vita familiare contribuiscono a una sensazione di isolamento, che impatta fortemente sulla salute mentale.

I ritmi biologici non si adattano facilmente

Contrariamente a quanto si crede, il corpo umano non si adatta facilmente a un turno di notte stabile. Anche dopo anni, l’organismo continua a “preferire” il giorno. L’adattamento completo al lavoro notturno avviene solo in una minoranza di soggetti, mentre nella maggior parte dei casi si verificano compensazioni parziali che comunque espongono a stress fisiologico costante. Cambiare spesso orari, come nel caso dei turni a rotazione, è ancora più deleterio.

Strategie per proteggere la salute dei turnisti

Per ridurre i danni associati al lavoro notturno è fondamentale applicare alcune strategie preventive:

– Programmare turni stabili, evitando rotazioni frequenti e cambiamenti improvvisi
– Garantire almeno 7 ore di sonno al giorno, anche se in fasce orarie non convenzionali
– Curare l’alimentazione, privilegiando cibi leggeri, proteici e a basso indice glicemico
– Esporsi alla luce naturale quando possibile e utilizzare luce artificiale adeguata durante il lavoro
– Evitare caffeina, alcol e schermi luminosi prima di dormire
– Favorire l’attività fisica moderata, utile per ridurre stress e migliorare la qualità del sonno

Visite specialistiche e prevenzione per chi lavora di notte: i turni notturni possono diventare il peggiore nostro nemico

Visite specialistiche e prevenzione per chi lavora di notte: i turni notturni possono diventare il peggiore nostro nemico

Chi lavora su turni, soprattutto notturni, dovrebbe sottoporsi regolarmente a controlli cardiologici, endocrinologici e neurologici, con esami specifici per valutare il rischio cardiovascolare e metabolico. Monitorare pressione arteriosa, colesterolo, glicemia e qualità del sonno è essenziale per intercettare precocemente eventuali squilibri. In caso di sintomi come affaticamento cronico, aritmie, sbalzi d’umore o difficoltà di concentrazione, è opportuno rivolgersi a uno specialista. La prevenzione resta l’unico strumento efficace per contenere i danni da stress cronico legato ai ritmi alterati.

Un problema crescente in una società sempre sveglia

Con la digitalizzazione, la globalizzazione e l’aumento dei servizi 24 ore su 24, il numero di lavoratori notturni è in aumento. Le professioni sanitarie, la sicurezza, la logistica e il trasporto sono tra le categorie più colpite. In Italia si stima che oltre 2 milioni di persone lavorino stabilmente su turni serali o notturni, spesso senza un’adeguata tutela della salute. È necessario riconoscere l’impatto reale di questi ritmi sulla salute pubblica e rafforzare le politiche di prevenzione e assistenza per chi lavora fuori dagli orari canonici.

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