Tumore del seno metastatico: ecco le nuove frontiere della cura. Un trattamento innovativo migliora la sopravvivenza nelle pazienti con mutazione ESR1. Il farmaco elacestrant è ora rimborsato in Italia e segna una svolta per la terapia ormonale di seconda linea.

Nuove prospettive per il carcinoma mammario avanzato

Nel 2024 in Italia si sono registrate circa 53.700 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente nella popolazione femminile. Due casi su tre riguardano la forma ER+/HER2-, che colpisce prevalentemente le donne in postmenopausa. Per le pazienti con malattia metastatica, lo standard terapeutico prevede la combinazione di terapia endocrina e inibitori di CDK 4/6, ma con il tempo la malattia può sviluppare resistenza.

Il ruolo delle mutazioni ESR1 nella resistenza ai trattamenti

Tra i meccanismi più comuni di resistenza figura la mutazione del recettore estrogenico ESR1, presente in circa il 50% delle pazienti con carcinoma avanzato. Questa alterazione genetica compromette l’efficacia degli inibitori dell’aromatasi, obbligando a rivedere la strategia terapeutica. Servono farmaci in grado di superare questa barriera molecolare.

Approvata in Italia una nuova opzione terapeutica

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di elacestrant, farmaco orale destinato a donne in postmenopausa e uomini con carcinoma ER+/HER2- in fase avanzata o metastatica, che presentano mutazione attivante di ESR1 e progressione dopo almeno una linea di terapia endocrina con inibitori CDK 4/6.

I dati clinici confermano l’efficacia della molecola

Elacestrant è un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (Serd). La sua efficacia è stata dimostrata dallo studio Emerald di fase 3, che ha coinvolto 478 pazienti già sottoposte a più trattamenti. I risultati hanno mostrato una riduzione del 45% del rischio di progressione o morte nelle pazienti con mutazione ESR1 rispetto alle terapie ormonali tradizionali, come fulvestrant o inibitori dell’aromatasi.

Un vantaggio clinico anche nella durata della risposta

Un’analisi di sottogruppo dello studio Emerald ha evidenziato che una maggiore durata della terapia precedente con inibitori delle cicline CDK4/6 è associata a una sopravvivenza libera da progressione più lunga con elacestrant. La via orale di somministrazione del farmaco rappresenta un ulteriore punto di forza in termini di praticità. Le Linee Guida Esmo raccomandano elacestrant come opzione per la seconda linea terapeutica in pazienti con mutazione ESR1.

L’importanza della diagnosi molecolare personalizzata nella cura del tumore del seno

Per stabilire la presenza della mutazione ESR1 al momento della progressione della malattia, è fondamentale eseguire una biopsia liquida. Questa tecnica innovativa si basa su un semplice prelievo di sangue, analizzato attraverso tecnologie avanzate come la Next Generation Sequencing (NGS). L’oncologia di precisione rende possibile l’identificazione di alterazioni genomiche che spiegano la resistenza ai trattamenti convenzionali e orientano verso soluzioni farmacologiche mirate.

Visite specialistiche e prevenzione: l’oncologia di precisione al centro

Visite specialistiche e prevenzione: l’oncologia di precisione al centro

La gestione del carcinoma mammario metastatico richiede un percorso diagnostico preciso e personalizzato, con il supporto di specialisti in oncologia molecolare. I pazienti candidati a terapie innovative come elacestrant devono essere selezionati tramite analisi genetica su sangue, e l’accesso a queste tecnologie deve essere garantito su tutto il territorio nazionale. È necessario strutturare percorsi regionali dedicati per assicurare tempestività, equità e appropriatezza nelle cure.

L’accesso alla terapia dipende dalla selezione genetica

L’introduzione di elacestrant non è solo una novità terapeutica, ma anche un cambio di paradigma: il farmaco può essere somministrato solo dopo aver confermato la mutazione ESR1. La sua disponibilità rimborsata rappresenta un passaggio chiave verso un sistema oncologico più personalizzato, in cui il trattamento dipende sempre più dalle caratteristiche molecolari della malattia e non solo dallo stadio clinico.

Si parte dalla prevenzione nelle giovani donne

La prevenzione del carcinoma mammario comincia molto prima della diagnosi, soprattutto nelle donne giovani e in età fertile. Anche se il tumore metastatico riguarda principalmente pazienti in postmenopausa, è fondamentale adottare fin da subito comportamenti protettivi e sottoporsi a controlli regolari. In particolare, le donne con familiarità oncologica devono essere indirizzate a programmi di sorveglianza precoce, con eventuale accesso a test genetici nei casi a rischio.

L’educazione alla prevenzione deve prevedere il monitoraggio costante dei sintomi, l’esecuzione di esami di screening mirati in base all’età e alla storia familiare, e la promozione di corretti stili di vita. L’obiettivo è intercettare la malattia nelle sue fasi iniziali e intervenire tempestivamente, anche attraverso la raccolta e l’analisi di biomarcatori che possano orientare verso terapie su misura già dalle prime linee di trattamento.

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