Il tumore del pancreas potrebbe avere davanti a sé una nuova strada terapeutica. I risultati di uno studio clinico tutto italiano, presentato al congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco) a Chicago, mostrano dati incoraggianti: il protocollo chemioterapico PAXG si è dimostrato più efficace dello standard internazionale mFOLFIRINOX nei pazienti operabili con adenocarcinoma duttale pancreatico.
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Lo studio Cassandra e i suoi significativi risultati
Il progetto Cassandra, condotto in 17 centri italiani su 260 pazienti, è stato ideato con l'obiettivo di migliorare i risultati terapeutici nei casi candidabili alla chirurgia. I dati hanno confermato che il regime PAXG, già autorizzato per il trattamento del tumore pancreatico avanzato, offre un vantaggio clinico netto se utilizzato prima dell’intervento chirurgico.
Una sopravvivenza più lunga senza eventi avversi
I pazienti trattati con la combinazione PAXG hanno mostrato una sopravvivenza libera da eventi sfavorevoli significativamente superiore rispetto a coloro che hanno ricevuto mFOLFIRINOX. Si tratta di un risultato rilevante per una neoplasia nota per la sua aggressività e per i bassi tassi di sopravvivenza.
Verso il cambiamento delle linee guida
I dati dello studio potrebbero rappresentare la base per un aggiornamento delle linee guida internazionali. In particolare, la somministrazione di chemioterapia pre-operatoria si conferma una strategia efficace per trattare forme apparentemente localizzate ma a elevato rischio di disseminazione precoce.
Il contesto clinico dell'adenocarcinoma pancreatico
L’adenocarcinoma duttale del pancreas rappresenta circa il 95% delle neoplasie maligne pancreatiche. È uno dei tumori solidi con la prognosi peggiore: a cinque anni la sopravvivenza è inferiore al 10%. Le diagnosi tardive e la presenza di metastasi già nelle fasi iniziali rendono spesso inefficace l'approccio chirurgico isolato.
Perché è fondamentale agire prima dell'intervento
Solo il 10-20% dei pazienti può essere operato alla diagnosi, ma in oltre il 90% dei casi sono presenti già micrometastasi non rilevabili con le tecnologie attuali. Per questo motivo la chemioterapia peri-operatoria, che include il trattamento prima e dopo la chirurgia, si sta affermando come approccio più solido rispetto alla sola terapia post-operatoria.
Un polo di eccellenza per la cura del pancreas
Il Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele ha avuto un ruolo centrale nello studio, arruolando circa metà dei pazienti. Il centro adotta un modello multidisciplinare che integra oncologia, chirurgia, radiologia, gastroenterologia, anatomia patologica, nutrizione, psicologia, radioterapia e medicina nucleare.
Prevenzione e sintomi: cosa sapere
Non esistono screening di massa per il tumore del pancreas, ma è importante prestare attenzione ad alcuni sintomi sospetti: dolore persistente all’addome o alla schiena, perdita di peso non spiegata, ittero, feci chiare, faticabilità, diabete di nuova insorgenza. In caso di familiarità o di fattori di rischio (fumo, pancreatite cronica, mutazioni genetiche), può essere indicato un percorso di sorveglianza in centri specializzati.
Visite specialistiche mirate e diagnosi precoce del tumore al pancreas, tra i numeri uno per mortalità

L'accesso tempestivo a centri ad alta specializzazione permette una diagnosi più accurata e una definizione corretta dello stadio della malattia. TAC, risonanza magnetica, PET e biopsie guidate sono gli strumenti principali. Una diagnosi precoce è spesso la condizione necessaria per accedere a terapie potenzialmente curative. L'oncologo, in collaborazione con il chirurgo e il radiologo, può definire il miglior percorso terapeutico personalizzato.
Ricerca clinica: un motore per l’innovazione
Lo studio Cassandra dimostra quanto la ricerca indipendente possa contribuire a cambiare la storia naturale di un tumore aggressivo. Il contributo di pazienti e clinici è stato essenziale per dimostrare che è possibile fare meglio, anche senza il supporto dell’industria farmaceutica.
Le prospettive future
I ricercatori italiani guardano ora alla possibilità di estendere ulteriormente la sperimentazione e validare l’efficacia del regime PAXG su scala internazionale. Il San Raffaele, con il suo Pancreas Translational & Clinical Research Center, prosegue nel lavoro di integrazione tra laboratorio e clinica per sviluppare approcci sempre più personalizzati.
La battaglia contro il tumore del pancreas è ancora aperta, ma il successo dello studio Cassandra offre una speranza concreta per i pazienti e una direzione nuova per la comunità scientifica.