Le cure innovative per il tumore alla prostata sono drammaticamente ferme al palo. In Italia, il percorso per rendere disponibili numerosi nuovi trattamenti contro i tumori, tra cui quello più comune tra gli uomini, resta estremamente lento. Dopo l’approvazione europea da parte dell’EMA, i pazienti devono attendere mediamente 441 giorni per accedere alle nuove terapie. Si tratta di un dato migliore rispetto alla media europea (586 giorni), ma ancora molto distante dai 110 giorni della Germania. La lentezza italiana è aggravata da ulteriori ostacoli locali che, in alcune Regioni, ritardano l’inserimento dei farmaci innovativi nei Prontuari Terapeutici Regionali, impedendo così l’effettivo inizio dei trattamenti.
Parliamo di:
Il caso del radioligando per il tumore alla prostata
Un esempio emblematico di questi ritardi è rappresentato dal primo radioligando approvato e rimborsato in Italia per il trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione. A quasi tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della decisione AIFA, non tutte le Regioni dotate di strutture abilitate hanno attivato i centri prescrittori. In particolare, in Piemonte manca ancora la delibera regionale necessaria, lasciando molti pazienti senza accesso a una terapia cruciale.
Disparità regionali e tempi inaccettabili
Questa situazione genera disuguaglianze gravi tra i pazienti oncologici a seconda della Regione di residenza. Chi vive in aree prive di strutture operative è costretto a spostarsi, spesso in condizioni fisiche critiche, verso altre Regioni. Non solo si compromette l’equità del sistema, ma si rischia anche di aumentare la pressione sulle strutture già operative, che devono farsi carico di pazienti esterni.
Radioligandi: una terapia di precisione dalle grandi potenzialità
La terapia con radioligandi rappresenta una delle più promettenti innovazioni della medicina di precisione. Si tratta di trattamenti mirati che colpiscono selettivamente le cellule tumorali, con risultati importanti in termini di efficacia e sicurezza. La nuova terapia rimborsata in Italia, Lutetium (177Lu) vipivotide tetraxetan, è indicata per pazienti con tumore alla prostata metastatico positivo al PSMA, che abbiano già ricevuto altre linee terapeutiche. In questi casi, il tempo di accesso alle cure può fare la differenza tra benefici reali e perdita di opportunità terapeutiche.
Burocrazia locale come ostacolo all’innovazione
Il riconoscimento dei centri prescrittori a livello regionale è ancora una volta un passaggio critico. In assenza di una governance sanitaria capace di intervenire rapidamente, anche l’innovazione approvata a livello nazionale resta bloccata. Il caso piemontese, dove due centri (Torino e Alessandria) sono attrezzati ma non ancora autorizzati alla prescrizione, evidenzia la distanza tra approvazione normativa e attivazione pratica delle cure.
La medicina nucleare non basta: serve una rete operativa solida
Le strutture di medicina nucleare attualmente in grado di somministrare i radioligandi sono poche. Anche laddove presenti, rischiano di non essere sufficienti a coprire il fabbisogno crescente. È necessario quindi potenziare la rete nazionale, abilitare nuovi centri e garantire percorsi chiari e rapidi per i pazienti. L’innovazione non può restare concentrata in poche strutture, mentre altri territori restano indietro.
Visite specialistiche e diagnosi precoce: strumenti chiave per la prevenzione del tumore alla prostata

Il carcinoma prostatico è il tumore più diagnosticato negli uomini italiani, con oltre 40.000 nuovi casi stimati solo nel 2024. L’adozione di cure innovative deve andare di pari passo con la promozione della prevenzione e della diagnosi precoce. Visite urologiche periodiche, test del PSA e imaging mirato sono strumenti essenziali per identificare la malattia nelle fasi iniziali, quando le possibilità di cura sono maggiori. I sintomi da non sottovalutare includono difficoltà urinarie, dolore osseo persistente e affaticamento. L’accesso tempestivo alle visite specialistiche è fondamentale per accelerare diagnosi e trattamento.
Innovazione sì, ma solo se equa e accessibile
Garantire che tutti i pazienti, indipendentemente dalla Regione di appartenenza, possano accedere alle stesse cure è una priorità che non può più essere rimandata. Le terapie più avanzate devono essere disponibili ovunque in modo tempestivo, attraverso un sistema che rimuova gli ostacoli burocratici e valorizzi le competenze professionali. I pazienti non possono permettersi di aspettare che si risolvano gli iter amministrativi, mentre la malattia avanza.
Prospettive e priorità del sistema sanitario
L’Italia deve accelerare il percorso di approvazione e implementazione delle terapie oncologiche innovative, riducendo al minimo i passaggi locali che generano rallentamenti. Il sistema sanitario ha l’opportunità di dimostrare che innovazione e tempestività possono coesistere. Ma per farlo serve una strategia nazionale che superi le frammentazioni regionali, aumenti la trasparenza nei tempi di attivazione dei trattamenti e favorisca una rete efficace di collaborazione tra i centri.
Conclusioni: il tempo è parte della cura
Il valore terapeutico di un farmaco oncologico dipende anche dalla rapidità con cui arriva al paziente. In un contesto come quello del carcinoma prostatico avanzato, ogni mese di ritardo può rappresentare una perdita significativa. L’Italia ha le competenze scientifiche e le risorse per garantire l’accesso alle terapie più avanzate, ma è urgente affrontare le criticità organizzative che ancora ostacolano il diritto alla cura. Solo così sarà possibile parlare davvero di medicina personalizzata e innovativa.