Due porzioni di pesce in meno rispetto alle raccomandazioni settimanali: siamo di fronte ad un dato che preoccupa non poco. Stiamo parlando dell'alimentazione degli under 18 nel nostro Paese. Il risultato? Un deficit nutrizionale importante, che impatta sia sulla salute che sull’economia familiare.
Parliamo di:
Le porzioni mancanti: un vuoto da milioni
Il fabbisogno raccomandato è di tre pasti a base di pesce alla settimana. In realtà, la media si ferma a uno solo. Una distanza che, su scala nazionale, si traduce in 2,5 milioni di porzioni mancate ogni giorno, ovvero 900 milioni l’anno. Un dato allarmante che apre la strada a squilibri alimentari diffusi e persistenti.
I benefici persi: salute e prevenzione
La riduzione del consumo regolare di pesce, in particolare del pesce azzurro, significa rinunciare a Omega 3 fondamentali per la crescita, lo sviluppo cognitivo e la prevenzione di patologie cardiovascolari e infiammatorie. Un danno diretto alla salute dei giovani, con ripercussioni anche sui costi futuri per il sistema sanitario.
Il pesce che costa meno è quello che fa davvero bene

Spesso si pensa che il pesce sia caro. Ma le alici, considerate ideali per l’infanzia, costano meno di 2 euro a porzione. E sono ricche di nutrienti, facilmente digeribili, e apprezzate dai più piccoli. Un pasto economico e nutriente, accessibile anche in tempi di ristrettezze.
Come renderlo più amato dai bambini
Uno degli ostacoli principali è la paura delle lische. I bambini preferiscono alimenti dalla consistenza sicura e facilmente masticabile. Ecco perché le crocchette, le polpette, gli hamburger di pesce risultano particolarmente graditi. Se preparati con attenzione e impanati con olio d’oliva, rappresentano una forma perfetta per introdurre il pesce nella dieta, fin dai primi anni.
Le alici lessate possono essere proposte già dagli 8 mesi di vita. Le versioni più elaborate e fritte, come le crocchette, vanno bene a partire da un anno.
I rischi da evitare
Il consumo insufficiente di pesce tra bambini e adolescenti rappresenta un doppio spreco: si perdono i vantaggi nutrizionali di un alimento fondamentale come il pesce azzurro, e allo stesso tempo si amplifica il rischio di squilibri alimentari con possibili ricadute sulla salute pubblica.
Ma l’allarme non riguarda solo il presente. Una dieta povera di pesce – ricco di Omega 3, iodio, proteine e micronutrienti indispensabili – può incidere sullo sviluppo fisico e cognitivo dei più piccoli, aprendo la strada a disturbi futuri. Per questo, oltre a promuovere un cambiamento culturale a tavola, è urgente rafforzare le strategie di prevenzione e monitoraggio.
Screening nutrizionali mirati e check-up pediatrici regolari possono giocare un ruolo cruciale nell’intercettare precocemente eventuali carenze e abitudini scorrette. Valutazioni sistematiche sullo stato nutrizionale, abbinati a una maggiore consapevolezza nelle scuole e nelle famiglie, possono trasformarsi in strumenti concreti per reindirizzare le scelte alimentari in una direzione più equilibrata e sostenibile.
A partire da un gesto semplice, ma decisivo: mettere più spesso il pesce nel piatto dei nostri bambini.