Il sistema sanitario si prepara a una nuova fase di sperimentazione nell’ambito dell’assistenza domiciliare. Grazie a un decreto congiunto del Ministero della Salute, del Ministero dell’Economia e di quello per le Disabilità, prende forma un investimento di 150 milioni di euro destinato a progetti di telemedicina per anziani affetti da cronicità, con l’obiettivo dichiarato di coinvolgere almeno 50.000 “grandi anziani” in 18 mesi, garantendo prestazioni sanitarie continuative direttamente nelle loro abitazioni.
L’iniziativa è finanziata nell’ambito del Pnrr, Missione 6, e punta a raggiungere entro il 2025 almeno 300.000 cittadini, come da target previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Parliamo di:
Teleassistenza e telemonitoraggio al centro della sperimentazione
Le prestazioni erogabili nel nuovo modello assistenziale rientreranno nei campi della teleassistenza e del telemonitoraggio, con un approccio orientato a prevenire il peggioramento clinico e a contrastare isolamento sociale, decadimento cognitivo e scarsa aderenza terapeutica.
I servizi saranno sviluppati nel rispetto delle linee guida sulla telemedicina del 2022, che definiscono requisiti funzionali e standard minimi. Tra gli obiettivi operativi: garantire accesso continuo all’assistenza sanitaria, integrare i servizi digitali con le reti di medicina territoriale e costruire un modello sostenibile, replicabile su scala nazionale.
Un decreto specifico del Ministro della Salute, in collaborazione con il Ministero per l’Innovazione tecnologica, definirà nel dettaglio le prestazioni previste.
Tre macroaree e almeno un progetto per zona
Il territorio nazionale sarà suddiviso in tre grandi aree geografiche (Nord, Centro, Sud). In ciascuna area dovrà essere attivato almeno un progetto sperimentale, selezionato da Agenas.
I progetti dovranno garantire una copertura territoriale ampia, operatività continuativa, e integrazione con i servizi delle Aziende sanitarie locali e con la medicina generale.
Tra i soggetti proponenti ci saranno Asl, ospedali pubblici e accreditati, e altri soggetti autorizzati dal decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024. Gli infermieri di famiglia e di comunità potranno partecipare esclusivamente attraverso le proprie aziende di riferimento.
Criteri di selezione e monitoraggio dei progetti
Agenas sarà responsabile della selezione e del monitoraggio dei progetti. Una Commissione di valutazione indipendente, composta da cinque membri (designati da Agenas, Salute, Disabilità e Mef), analizzerà le proposte e supervisionerà l’implementazione.
La sperimentazione avrà una durata massima di 18 mesi, con un target minimo di 50.000 e massimo di 60.000 anziani coinvolti.
I criteri principali saranno: efficacia, continuità, interoperabilità dei sistemi, capacità di integrare risorse territoriali e sostenibilità economica.
Agenas sarà inoltre incaricata del monitoraggio della qualità dei servizi e dovrà relazionare ogni sei mesi al Comitato Interministeriale per la Programmazione dell’Assistenza (CIPA).
Un investimento da 150 milioni per l’assistenza domiciliare territoriale

Il finanziamento previsto è pari a 150 milioni di euro, a valere sull’investimento M6C2I1.2.3 del Pnrr.
Le risorse saranno distribuite sulla base di un costo unitario standard, definito da Agenas, e comprendono sia il finanziamento diretto ai progetti, sia una quota per le Asl coinvolte e le attività di coordinamento.
Nessun onere aggiuntivo è previsto per la finanza pubblica: il decreto utilizza fondi già stanziati e si inserisce nel quadro degli investimenti strategici destinati alla riforma dell’assistenza territoriale.
Il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore 15 giorni dopo l’approvazione in Conferenza Unificata.
Prevenzione estiva: check-up anziani e fragili al centro del piano
La sperimentazione della telemedicina si inserisce in un contesto critico per la salute degli anziani, soprattutto durante l’estate, quando caldo e isolamento sociale aumentano il rischio di aggravamento delle condizioni croniche.
In questo quadro è fondamentale promuovere visite specialistiche mirate, controlli periodici e check-up estivi, in particolare per soggetti over 75 con malattie cardiovascolari, diabete, patologie respiratorie o decadimento cognitivo.
La telemedicina potrà giocare un ruolo chiave nella prevenzione, permettendo di monitorare in tempo reale parametri vitali, aderenza terapeutica e segni di peggioramento clinico, evitando accessi impropri al pronto soccorso e riducendo la mortalità da eventi acuti.
Un coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale, in raccordo con gli infermieri di comunità, sarà essenziale per integrare le nuove tecnologie nei percorsi di cura e rafforzare la rete di protezione per gli anziani più fragili.
Tecnologia e assistenza: un nuovo modello per la cronicità
La sperimentazione rappresenta un passaggio strategico verso una sanità di prossimità digitale, che non sostituisce il rapporto umano ma lo potenzia, consentendo interventi tempestivi, personalizzati e accessibili.
L’obiettivo è definire modelli organizzativi in grado di sostenere la gestione della cronicità e della non autosufficienza, migliorare la qualità della vita degli anziani e alleggerire il carico sulle strutture ospedaliere.
A regime, questo approccio potrebbe diventare strutturale, con l’estensione dei servizi anche ad altre fasce della popolazione e in ambiti diversi dalla cronicità.
La speranza è che la sperimentazione riesca a dimostrare la convenienza clinica, sociale ed economica della telemedicina, dando al Paese una risposta efficace alle sfide dell’invecchiamento demografico.