Le bronchiectasie sono una malattia cronica delle vie respiratorie caratterizzata da infiammazione persistente, dilatazione irreversibile dei bronchi e frequenti riacutizzazioni. Questa condizione comporta tosse cronica, produzione abbondante di muco e infezioni ricorrenti che peggiorano la funzionalità polmonare e la qualità di vita dei pazienti. Fino ad oggi mancavano farmaci specifici approvati per contrastare efficacemente la progressione della malattia. Un recente studio internazionale ha però aperto nuove prospettive grazie al farmaco Brensocatib.
Parliamo di:
Un farmaco che modula l’infiammazione
Il trial clinico ASPEN, a cui ha partecipato anche il team di Pneumologia e Fibrosi Cistica del Policlinico di Milano, ha dimostrato che Brensocatib è in grado di modulare l’infiammazione nelle vie aeree, elemento centrale nella progressione delle bronchiectasie. L’infiammazione cronica è infatti sostenuta da un accumulo di neutrofili, globuli bianchi che rilasciano mediatori infiammatori capaci di danneggiare i tessuti bronchiali. Il farmaco ha mostrato una significativa riduzione delle riacutizzazioni e un rallentamento del declino della funzione polmonare.
L’importanza della ricerca internazionale
Il successo di Brensocatib deriva da un ampio studio multicentrico che ha coinvolto oltre 1.700 pazienti. I dati, pubblicati su una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali, evidenziano come il farmaco possa diventare il primo trattamento specifico per la prevenzione delle riacutizzazioni nelle bronchiectasie. L’efficacia è stata osservata indipendentemente dal tipo di infezione cronica presente nelle vie aeree, conferendo al farmaco un potenziale ampio spettro di utilizzo.
Un’alternativa agli antibiotici
A differenza degli antibiotici, che agiscono sui batteri, Brensocatib interviene direttamente sul processo infiammatorio. Ciò lo rende una valida opzione per i pazienti che non possono assumere antibiotici a lungo termine, riducendo il rischio di resistenza batterica e permettendo una terapia personalizzata basata sulle condizioni cliniche individuali.
Come si sviluppano le bronchiectasie

Le bronchiectasie nascono da un circolo vizioso in cui l’alterazione dei meccanismi di pulizia delle vie respiratorie, le infezioni ricorrenti e l’infiammazione eccessiva si alimentano reciprocamente, causando danni progressivi ai bronchi. Questa condizione favorisce l’insorgenza di riacutizzazioni, che accelerano il deterioramento della funzione polmonare e compromettono la qualità della vita, talvolta riducendone l’aspettativa.
I sintomi più comuni
I pazienti affetti da bronchiectasie manifestano tosse persistente, produzione di muco in grandi quantità, frequenti episodi di bronchiti o polmoniti e sensazione di affaticamento respiratorio. Questi sintomi, se non riconosciuti e trattati tempestivamente, possono peggiorare rapidamente il quadro clinico.
Visite specialistiche e prevenzione
La diagnosi precoce delle bronchiectasie è fondamentale per rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita. Visite specialistiche con pneumologi esperti, esami strumentali come la TAC ad alta risoluzione e test della funzionalità polmonare sono indispensabili per una valutazione completa. Inoltre, è cruciale un monitoraggio regolare per identificare tempestivamente eventuali riacutizzazioni e intervenire rapidamente. La prevenzione si basa anche sul controllo delle infezioni respiratorie, la vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococcica, e l’adozione di uno stile di vita sano che includa attività fisica e astensione dal fumo.
Prospettive future
L’approvazione di Brensocatib da parte delle autorità regolatorie rappresenterebbe un passo avanti significativo nella gestione delle bronchiectasie, aprendo la strada a terapie più efficaci e personalizzate. La ricerca continua a focalizzarsi sul ruolo dell’infiammazione e su nuovi target terapeutici per migliorare la prognosi dei pazienti affetti da questa complessa malattia.