Non c'è l'accordo tra Governo e Regioni sul nuovo Piano Pandemico. Il nuovo Piano strategico-operativo per la preparazione e risposta a una pandemia, redatto dal Ministero della Salute per il periodo 2025-2029, non trova l'accordo delle Regioni. A un anno e mezzo dalla sua prima presentazione, la bozza continua a suscitare forti critiche, soprattutto per la sua struttura eccessivamente discorsiva e la mancanza di chiarezza operativa.
Parliamo di:
Un documento poco fruibile secondo gli Assessori
La Commissione Salute delle Regioni, nella propria valutazione, boccia senza mezzi termini l'attuale versione del documento ministeriale, giudicandolo "troppo ridondante, ripetitivo e di difficile lettura". Viene sottolineata la necessità di una riscrittura completa che punti a una maggiore sintesi e schematicità, facilitando la consultazione e l'efficacia operativa. Le Regioni chiedono di rimuovere contenuti duplicati e di limitare riferimenti a concetti già presenti in altri documenti ufficiali.
Governance e catena di comando: nodi irrisolti
Un punto particolarmente critico riguarda la governance del piano. Secondo gli Assessori regionali alla Salute, il documento non offre alcuna indicazione chiara su chi debba decidere cosa e quando. Manca una catena di comando definita, e gli attori vengono citati senza che venga esplicitato il loro ruolo decisionale o operativo. Le Regioni chiedono che venga esplicitamente distinta la responsabilità centrale da quella territoriale, evitando ambiguità sull'attuazione delle misure.
Azioni regionali: si chiede uno stralcio
Tra le richieste principali, vi è quella di stralciare l'Allegato 2, che riguarda le Azioni Regionali. Le Regioni ritengono che tali contenuti debbano confluire in un documento attuativo separato, concertato a livello interistituzionale e approvato mediante un Accordo Stato-Regioni. Questo documento dovrebbe essere integrato da tre ulteriori allegati fondamentali:
- Definizione degli scenari di possibile impatto (ricoveri ordinari, intensivi adulti e pediatrici);
- Classificazione delle attività sanitarie essenziali e differibili;
- Standard minimi per le dotazioni organiche nei dipartimenti di prevenzione e nelle strutture coinvolte.
Continuità operativa e fondi per il nuovo Piano Pandemico

La Commissione Salute ritiene essenziale che venga chiarito che, fino all'approvazione dei documenti attuativi, rimangano in vigore le misure già previste nei Piani pandemici regionali, da estendere a tutti i potenziali virus a trasmissione respiratoria. In parallelo, si richiede una maggiore trasparenza sull'uso dei fondi destinati alla preparedness pandemica, con particolare attenzione al rafforzamento degli organici delle strutture sanitarie territoriali.
Allegato 3: altra richiesta di stralcio
Critiche anche per l'Allegato 3, definito "una lista generica e poco utile" di azioni regionali. Anche in questo caso, la Commissione Salute chiede che il contenuto venga riformulato e incluso nel documento attuativo da elaborare in accordo tra Stato e Regioni.
Tempistiche e coerenza del piano
Le Regioni ritengono inoltre che le tempistiche indicate per le Azioni del Ministero nella sezione E del piano non siano compatibili con le necessità reali. Si chiede un aggiornamento del cronoprogramma per renderlo coerente con le fasi della preparedness. Inoltre, nella stessa sezione, le Regioni chiedono che venga rimossa l'indicazione delle Regioni/PA come attori responsabili, suggerendo di indicarle solo come soggetti coinvolti, mentre la responsabilità diretta dovrebbe rimanere in capo al Ministero.
Verso un'intesa istituzionale
A fronte delle numerose criticità riscontrate, la Commissione Salute propone che la prima versione del Piano sia approvata solo condizionatamente alla realizzazione di un documento attuativo. L'intesa dovrà contenere anche l'impegno alla definizione congiunta degli scenari epidemiologici, delle priorità sanitarie e delle risorse necessarie, delineando così una collaborazione strutturata tra Stato e Regioni.
Prossimi passi: tavolo tecnico il 21 maggio
Il Ministero della Salute e la Commissione Salute delle Regioni si confronteranno nuovamente in sede tecnica il prossimo 21 maggio, con l'obiettivo di discutere in dettaglio le criticità sollevate e trovare un'intesa operativa che possa sbloccare l'adozione definitiva del Piano.
Prossimi passi
L'emergenza pandemica ha reso evidente la necessità di strumenti operativi efficaci, condivisi e immediatamente applicabili. Il Piano pandemico, che dovrebbe rappresentare una guida strategica nazionale, non può prescindere da una governance chiara, da responsabilità definite e da un ruolo attivo delle Regioni. Una programmazione efficace richiede, oltre al coordinamento istituzionale, anche una pianificazione coerente dell'impiego dei fondi, una formazione continua del personale sanitario e un aggiornamento costante delle strutture di prevenzione. Il tutto deve poggiare su basi operative snelle, leggibili e sostenibili.