Viviamo in un’epoca in cui le proteine sembrano essere diventate l’ingrediente magico per chi vuole perdere peso o aumentare la massa muscolare. Ma è davvero così? Aumentare il consumo proteico non sempre porta i vantaggi sperati e può, in alcuni casi, essere controproducente. Non tutte le proteine sono uguali e scegliere le fonti giuste è fondamentale per proteggere la salute.

Quanto servono davvero le proteine

Molti consigliano di assumere porzioni di proteine della grandezza del proprio pugno o che occupino un quarto del piatto. Un metodo semplice e pratico per regolarsi a occhio. Tuttavia, con la crescente attenzione verso le diete iperproteiche, queste indicazioni sembrano essere passate in secondo piano. La convinzione diffusa è che più proteine si mangiano, meglio è, specie per chi pratica sport o cerca di perdere peso. Ma i dati dicono altro.

Il fabbisogno proteico nella popolazione

Le proteine sono fondamentali per moltissime funzioni: dai muscoli al sistema immunitario, fino alla produzione di ormoni e alla digestione. Secondo i livelli di assunzione raccomandati per la popolazione italiana, le proteine dovrebbero rappresentare tra il 12% e il 20% dell’energia giornaliera, con un apporto ideale intorno al 15-17%. In pratica, ogni pasto dovrebbe contenere una quota proteica ben bilanciata con carboidrati e grassi. In media, la popolazione italiana assume già il 17% delle calorie totali sotto forma di proteine: quindi non esiste un reale bisogno di aumentare.

Le fonti: meglio vegetali che animali

Un aspetto spesso trascurato riguarda la qualità delle proteine. In Italia la maggior parte arriva da fonti animali, mentre il contributo di legumi, cereali integrali e frutta secca resta basso. Gli studi dimostrano che un maggiore consumo di proteine vegetali si associa a una riduzione del rischio cardiovascolare e della mortalità generale. Al contrario, un’elevata assunzione di proteine animali può aumentare il rischio cardiovascolare. Anche sostituire una piccola percentuale di calorie da proteine animali con proteine vegetali può fare la differenza in termini di salute.

Il legame tra proteine e rischio oncologico

Il tipo di proteine consumate ha un peso anche nel rischio oncologico. Un consumo elevato di carni rosse e lavorate, come insaccati e carni affumicate, è collegato a un aumento del rischio di tumore del colon-retto. Le evidenze per altri tumori sono più deboli ma comunque presenti. È importante quindi ridurre le carni processate e preferire fonti proteiche più sane come legumi, tofu e pesce.

Proteine e controllo del peso: verità e falsi miti

Le diete iperproteiche sembrano favorire la perdita di peso perché inducono un maggiore senso di sazietà. Tuttavia, questo non è legato al minor contenuto calorico delle proteine (1 grammo di proteine ha 4 kcal, come i carboidrati), ma al fatto che i cibi proteici sono meno gratificanti e più sazianti. Così si tende a mangiare meno spontaneamente. È però una strategia difficile da mantenere nel lungo termine. La chiave resta sempre l’equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine.

Quando le proteine fanno male

Superare il 20-25% dell’apporto calorico giornaliero sotto forma di proteine non porta benefici in termini di longevità o salute. Al contrario, può rappresentare un carico inutile per il metabolismo e un costo maggiore per l’organismo e l’ambiente. Un eccesso proteico viene utilizzato come fonte energetica, ma in modo inefficiente e poco sostenibile. È come bruciare un violino pregiato per riscaldarsi: uno spreco.

Visite specialistiche e prevenzione: quando rivolgersi a un esperto di alimentazione e gli strumenti per monitorare la massa corporea

Se si sospetta un consumo eccessivo o insufficiente di proteine, oppure se si seguono regimi alimentari particolari (come diete iperproteiche o vegane), è opportuno rivolgersi a un nutrizionista o a uno specialista in scienze dell’alimentazione. Questo consente di ricevere indicazioni personalizzate basate su età, peso, stile di vita e condizioni di salute. Inoltre, controlli periodici aiutano a prevenire eventuali squilibri o carenze che potrebbero favorire patologie cardiovascolari, metaboliche o oncologiche.

Una dieta sana ed equilibrata per vivere meglio

Il messaggio finale è chiaro: le proteine sono essenziali, ma la loro quantità e qualità devono essere scelte con attenzione. Privilegiare fonti vegetali, limitare quelle animali e soprattutto evitare carni processate contribuisce a uno stile di vita più sano e sostenibile. L’equilibrio resta la strategia vincente per garantire benessere e salute a lungo termine.

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