Le politiche sanitarie sulla salute mentale continuano a mostrare gravi lacune, soprattutto per i minori. Le modifiche legislative in discussione al Senato rischiano di stravolgere il sistema di cura dei disturbi neuropsichici nei bambini e negli adolescenti. Il nuovo impianto normativo, ispirato al testo base Zaffini, sarà discusso a breve dalla Commissione Affari Sociali. La revisione ha sollevato l’allarme di chi opera nei servizi dedicati alla neuropsichiatria infantile, timorosi di un possibile ridimensionamento dell’assistenza dedicata a oltre 2 milioni di minori con fragilità neuropsichiche.
Parliamo di:
Una rete già fragile sotto pressione crescente
Attualmente solo una parte dei bambini e adolescenti affetti da disturbi del neurosviluppo riesce ad accedere a una presa in carico completa. I servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) operano in un contesto già segnato da forti disomogeneità tra regioni, carenze strutturali e risorse insufficienti. La pandemia ha aggravato le criticità preesistenti, determinando un aumento esponenziale delle richieste.
I limiti del nuovo modello assistenziale
Il disegno di legge in esame propone un’estensione dei servizi psichiatrici per giovani tra i 14 e i 25 anni, ma secondo gli esperti questo approccio rischia di ridurre la specificità dell’assistenza nella fascia evolutiva. Il nuovo assetto normativo appare centrato principalmente sui disturbi psichiatrici adolescenziali, tralasciando gran parte delle patologie neuropsichiatriche che emergono già nei primi anni di vita.
I bisogni dei bambini e degli adolescenti con autismo, disturbi dell’apprendimento, paralisi cerebrali infantili, epilessia, disabilità complesse, malattie rare, depressione, comportamenti autolesionistici, ADHD e psicosi non possono essere assimilati a quelli degli adulti giovani. Un sistema che non riconosce la specificità dell’età evolutiva rischia di compromettere l’efficacia delle cure.
L’importanza di servizi dedicati e multidisciplinari
La qualità dell’assistenza per i minori con disturbi neuropsichici dipende dalla possibilità di accedere a strutture dedicate, dove operano équipe con competenze specifiche per l’età evolutiva. Percorsi terapeutici mirati, ambienti adatti allo sviluppo cognitivo e relazionale, oltre al coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola, sono fondamentali per il benessere e il recupero del minore.
La proposta di assorbire i servizi di neuropsichiatria infantile nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) generalisti rischia di rompere la continuità di cura, creando ulteriore frammentazione. La presa in carico di bambini e adolescenti non può essere gestita con modelli pensati per la psichiatria adulta.
Carenza strutturale e urgenza di investimenti
Oggi in Italia ci sono solo 403 posti letto per la degenza neuropsichiatrica infantile, a fronte di un fabbisogno minimo stimato di almeno 700 posti. In assenza di alternative, troppi adolescenti vengono ancora ricoverati in reparti per adulti, con conseguenze pesanti sulla loro salute psicofisica. Serve un investimento strutturale nei servizi NPIA e un potenziamento capillare delle risorse su tutto il territorio nazionale.
Prevenzione e intervento precoce: pilastri da difendere per la salute mentale dei più fragili

Il principio della prevenzione in salute mentale non può essere ridotto al solo riconoscimento precoce dei sintomi in adolescenza. È necessario garantire un approccio integrato fin dalla primissima infanzia, promuovendo il neurosviluppo, l’identificazione precoce di eventuali disturbi e l’avvio tempestivo di percorsi riabilitativi. Un approccio multidimensionale e precoce consente di migliorare l’autonomia futura dei minori e ridurre l’impatto delle patologie.
Visite specialistiche mirate e continuità assistenziale
In presenza di segnali di allarme quali ritardi nello sviluppo linguistico o motorio, comportamenti regressivi, difficoltà scolastiche persistenti o alterazioni emotive e relazionali, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a servizi specialistici in neuropsichiatria infantile. Le visite di valutazione precoce possono permettere diagnosi accurate e l’avvio di percorsi riabilitativi o terapeutici adeguati.
Non meno importante è garantire una continuità di cura efficace anche nel passaggio alla maggiore età. Questo significa non frammentare l’assistenza, ma costruire percorsi integrati che accompagnino bambini, adolescenti e giovani adulti con disturbi complessi lungo tutto il ciclo di vita, evitando l’interruzione delle terapie e l’isolamento delle famiglie.
Applicare le linee guida già esistenti
Non è una nuova legge a mancare, ma la piena applicazione delle linee di indirizzo già approvate nel 2019 in Conferenza Unificata. Questi documenti normativi prevedono un modello di intervento coerente con le esigenze dei minori e delle loro famiglie. È necessario superare le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure, assicurando un’applicazione uniforme delle direttive su tutto il territorio nazionale.
Il futuro della salute mentale passa dai minori
Tutelare la salute mentale dei più giovani significa investire nel futuro della società. I disturbi neuropsichiatrici non trattati in modo adeguato durante l’infanzia e l’adolescenza possono compromettere irreversibilmente il percorso di vita delle persone. Per questo è cruciale mantenere alta l’attenzione sulle specificità dell’età evolutiva, rafforzare i servizi esistenti e garantire che ogni minore riceva le cure più appropriate, nel tempo giusto e nel luogo giusto.