Una ricerca, pubblicata su Advanced Healthcare Materials, condotta inizialmente sui topi, ha dimostrato il potenziale di una tecnologia definita “pelle in siringa”, in grado di riprodurre non solo la superficie epidermica ma anche le funzioni vitali del derma.

Un gruppo di scienziati del Center for Disaster Medicine and Traumatology e dell’Università di Linköping ha sviluppato un gel contenente cellule vive che potrebbe rappresentare un futuro rivoluzionario nel trattamento delle ustioni e delle ferite estese.

Oltre il trapianto tradizionale

Il trattamento delle ustioni estese si basa tradizionalmente sul trapianto di un sottile strato di epidermide. Questo approccio, pur consentendo la sopravvivenza del paziente, lascia esiti cicatriziali gravi e non restituisce le caratteristiche funzionali della pelle. Il derma, che ospita vasi sanguigni, nervi e follicoli piliferi, non può essere prelevato senza creare nuove lesioni altrettanto estese. La sfida dei ricercatori è stata quindi creare una struttura capace di rigenerare un derma vitale, superando i limiti delle tecniche disponibili.

La tecnologia del gel cellulare

Gli studiosi hanno coltivato fibroblasti, cellule connettivali del derma, su microsfere di gelatina, materiale simile al collagene cutaneo. Queste microsfere sono state poi mescolate con un gel a base di acido ialuronico, sostanza naturale del corpo umano, che permette di mantenere in sede il materiale e di veicolarlo con precisione sulla ferita. La combinazione produce un composto che diventa liquido sotto pressione, permettendo la somministrazione con una siringa o addirittura la stampa 3D in forme definite. Una volta applicato, il gel ritorna allo stato solido, consentendo alle cellule di colonizzare la zona e avviare la rigenerazione.

Stampa 3D e rigenerazione dei tessuti

Durante i test, i ricercatori hanno stampato piccoli dischi di gel che sono stati impiantati nei topi. I risultati hanno mostrato che le cellule non solo sopravvivevano, ma producevano sostanze necessarie per la formazione di nuovo tessuto dermico. All’interno degli innesti si sono formati vasi sanguigni, elemento essenziale per la sopravvivenza e l’integrazione del nuovo tessuto. L’obiettivo a lungo termine è coltivare cellule direttamente dal paziente, a partire da una piccola biopsia cutanea, e generare innesti personalizzati.

"Pelle in siringa": passo avanti verso la medicina rigenerativa

La presenza di vasi sanguigni è uno dei principali ostacoli nello sviluppo di materiali ingegnerizzati simili alla pelle o ad altri organi. La stessa equipe di ricerca ha pubblicato, sempre su Advanced Healthcare Materials, uno studio parallelo sull’utilizzo di idrogel composti al 98% da acqua, capaci di formare filamenti elastici e mini-tubi perfusibili. Queste strutture, in grado di trasportare fluidi e supportare la crescita delle cellule endoteliali, potrebbero rappresentare la base per organoidi più complessi, aprendo nuove prospettive nella bioingegneria dei tessuti.

Visite specialistiche e prevenzione

Per i pazienti con ustioni estese o ferite complesse resta fondamentale rivolgersi a centri specializzati per valutazioni precoci e mirate. Le visite dermatologiche e chirurgiche plastiche consentono di definire strategie personalizzate, monitorare l’evoluzione della lesione e ridurre il rischio di complicanze come infezioni o cicatrici invalidanti. In attesa che tecnologie come la “pelle in siringa” siano disponibili su larga scala, la prevenzione delle ustioni passa da misure semplici ma decisive: massima attenzione in ambito domestico, sul lavoro e nella manipolazione di sostanze o dispositivi ad alto rischio di incendio o scottature.

Prospettive future della ricerca

Il progetto svedese rappresenta un passo in avanti importante verso terapie innovative che potrebbero cambiare radicalmente la gestione delle ferite gravi. L’unione di cellule staminali, ingegneria dei materiali e stampa 3D apre la strada a trattamenti capaci di restituire non solo copertura cutanea, ma anche elasticità, sensibilità e funzionalità. Gli esperti sottolineano che i tempi per l’applicazione clinica sull’uomo non sono immediati, ma i risultati ottenuti costituiscono una base promettente per lo sviluppo di soluzioni concrete.

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