In Italia le malattie croniche rappresentano un problema sanitario significativo, con un’incidenza che varia a seconda dell’età. Secondo le più recenti rilevazioni, il 18% della popolazione tra 18 e 69 anni convive con almeno una patologia cronica diagnosticata da un medico nel corso della vita. La percentuale cresce in modo consistente nella fascia degli over 65, dove il dato raggiunge il 57%, segnalando come le condizioni croniche diventino sempre più comuni con l’avanzare dell’età. Tra le persone anziane un soggetto su quattro deve affrontare almeno due patologie croniche contemporaneamente, un quadro che complica la gestione della salute e la qualità della vita.

L’impatto dell’età sul rischio di cronicità

Analizzando nel dettaglio la distribuzione delle patologie croniche, emerge un aumento progressivo con il passare degli anni. Tra gli adulti più giovani, sotto i 34 anni, il 7% riferisce una diagnosi cronica. La percentuale sale al 12% nella fascia 35-49 anni e raggiunge il 29% tra i 50 e i 69 anni. Questo trend riflette come il rischio di sviluppare condizioni croniche sia strettamente legato al processo di invecchiamento e all’accumularsi nel tempo di fattori predisponenti e stili di vita meno salutari.

Le patologie croniche più comuni

Tra le malattie croniche maggiormente segnalate nel nostro Paese figurano le patologie respiratorie croniche, che colpiscono circa il 6% della popolazione tra 18 e 69 anni. Seguono le malattie cardiovascolari, il diabete con un’incidenza del 5% e i tumori, che interessano il 4% del campione. Le condizioni meno frequenti includono le malattie croniche del fegato, l’insufficienza renale e l’ictus, tutte con un’incidenza attorno all’1%. Questi dati mettono in evidenza le principali sfide per il sistema sanitario nazionale nella gestione della cronicità.

Policronicità: quando le malattie si sommano

La condizione di policronicità, cioè la presenza di due o più patologie croniche nello stesso individuo, riguarda in media il 4% delle persone tra i 18 e i 69 anni. Anche in questo caso l’età è un fattore determinante: tra i 50 e i 69 anni l’incidenza della policronicità sale all’8%. A influenzare il rischio di convivere con più malattie croniche sono anche altri elementi legati al contesto sociale ed economico della persona.

L’influenza delle condizioni socioeconomiche

Il livello socioeconomico incide in modo significativo sulla salute e sulla diffusione delle malattie croniche. I dati più recenti evidenziano come le persone con maggiori difficoltà economiche presentino una probabilità più alta di sviluppare condizioni croniche: il 29% tra chi dichiara molte difficoltà economiche e il 33% tra coloro che hanno un basso livello di istruzione (nessun titolo di studio o sola licenza elementare). Allo stesso modo la policronicità interessa l’11% di chi vive in condizioni economiche difficili e il 13% delle persone con scarsa scolarizzazione. Queste informazioni sottolineano quanto lo status sociale ed economico rappresenti un determinante di salute da non sottovalutare.

Visite specialistiche e prevenzione: il ruolo dei controlli mirati

In un quadro caratterizzato da una crescente diffusione di patologie croniche, è fondamentale promuovere l’accesso a visite specialistiche mirate. Sottoporsi periodicamente a controlli specifici permette di identificare precocemente le patologie e avviare percorsi terapeutici adeguati. Tra gli accertamenti più utili figurano gli esami cardiologici, le indagini respiratorie e i controlli metabolici per il monitoraggio del diabete. Una diagnosi tempestiva aiuta a prevenire complicazioni e a migliorare la gestione delle malattie già in atto. È inoltre importante rivolgersi a centri di riferimento qualificati per ricevere indicazioni personalizzate sui programmi di prevenzione e sulle strategie per contenere il rischio di cronicità.

Come contrastare la diffusione delle malattie croniche

Contrastare la diffusione delle patologie croniche e della policronicità richiede azioni integrate che coinvolgano l’intera comunità. È essenziale investire in educazione alla salute, promuovere stili di vita sani e favorire l’accesso a servizi sanitari di qualità, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. L’attività fisica regolare, un’alimentazione equilibrata e il controllo dei principali fattori di rischio rappresentano le armi più efficaci per prevenire l’insorgenza di malattie croniche. Parallelamente, servono politiche pubbliche che riducano le disuguaglianze e garantiscano pari opportunità di cura e prevenzione a tutti i cittadini.

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