Parliamo di osteomielite. Ad Ancona si è svolta la quarta edizione dell’Italian Osteomyelitis Group Meeting, evento internazionale dedicato allo studio e alla gestione delle infezioni osteoarticolari. Tra ieri e oggi, nel Seebay Hotel di Portonovo, esperti provenienti anche dall’università di Oxford si sono confrontati per condividere strategie terapeutiche e protocolli di cura sempre più efficaci.
Le infezioni osteoarticolari rappresentano una sfida clinica in continua evoluzione. I pazienti coinvolti sono sempre più fragili e spesso i patogeni responsabili si mostrano resistenti ai trattamenti tradizionali. Il confronto multidisciplinare tra ortopedici, infettivologi, microbiologi e altri specialisti è fondamentale per migliorare i percorsi diagnostici e terapeutici.
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Obiettivi e strategie condivise
L’iniziativa, nata nel 2023 per impulso del dottor Antonio Pellegrini, direttore dell’Unità di chirurgia ricostruttiva e infezioni osteoarticolari dell’ospedale Pini di Milano, punta alla standardizzazione delle diagnosi e dei trattamenti. Secondo Pellegrini, solo attraverso un dialogo costante tra professionisti sarà possibile sviluppare percorsi personalizzati che rispondano alle esigenze del singolo paziente.
Quest’anno il meeting ha visto una partecipazione ampliata, con oltre 50 specialisti tra cui alcuni membri della Oxford Bone Infection Unit, riconosciuta a livello europeo per l’eccellenza nella gestione delle infezioni ossee e articolari. Tra i presenti, il professor Martin McNally, il dottor William Scarborough e il dottor Mark Ramsden, che hanno portato il loro contributo su casi clinici complessi e innovazioni terapeutiche.
Cos’è l’osteomielite, sintomi e trattamento

L’osteomielite è un’infezione dell’osso causata da batteri, più frequentemente lo Staphylococcus aureus, che può raggiungere il tessuto osseo tramite ferite aperte, interventi chirurgici o attraverso il sangue. Questa infezione può interessare qualsiasi osso, ma è più comune nelle ossa lunghe di braccia e gambe o nelle ossa della colonna vertebrale.
I sintomi principali includono dolore intenso e localizzato all’osso colpito, gonfiore, arrossamento e calore nella zona interessata, febbre e, nei casi più gravi, difficoltà nel movimento o nella deambulazione. Se non trattata adeguatamente, l’osteomielite può causare danni permanenti all’osso e complicanze sistemiche.
La diagnosi si basa su una valutazione clinica accurata, esami strumentali come radiografie, risonanza magnetica e TAC, e indagini microbiologiche per identificare il germe responsabile.
Il trattamento dell’osteomielite richiede una combinazione di terapia antibiotica mirata, spesso prolungata per diverse settimane, e, quando necessario, interventi chirurgici per rimuovere il tessuto infetto e favorire la guarigione. L’approccio è multidisciplinare, coinvolgendo ortopedici, infettivologi e microbiologi per assicurare una gestione efficace e personalizzata della patologia.
Osteomielite pediatrica: caratteristiche e trattamento
L’osteomielite pediatrica è un’infezione ossea che colpisce principalmente i bambini, spesso causata da batteri come lo Staphylococcus aureus. Nei più piccoli, l’infezione si manifesta frequentemente nelle ossa lunghe come femore, tibia e omero.
I sintomi includono dolore intenso nella zona colpita, difficoltà o rifiuto di muovere l’arto interessato, gonfiore, febbre e talvolta irritabilità e pianto persistente nel bambino. Poiché i bambini potrebbero non essere in grado di comunicare chiaramente il dolore, la diagnosi richiede particolare attenzione da parte dei medici.
La diagnosi si basa su esami clinici, analisi del sangue, radiografie e spesso risonanza magnetica per valutare l’estensione dell’infezione. Anche la coltura microbiologica è fondamentale per identificare il germe responsabile e guidare la terapia.
Il trattamento combina una terapia antibiotica tempestiva e mirata con un eventuale intervento chirurgico nei casi più gravi o con ascessi. Un approccio multidisciplinare è essenziale per ridurre il rischio di complicanze e garantire una completa guarigione, minimizzando le possibili sequele a lungo termine.
Focus su diagnosi, terapia e gestione delle complicanze
Nel corso del summit sono stati analizzati casi di osteomielite, artrite settica e infezioni periprotesiche. Particolare attenzione è stata riservata alle strategie diagnostiche condivise, all’utilizzo mirato degli antimicrobici e alla personalizzazione degli interventi chirurgici. Fondamentale anche la gestione delle complicanze, che richiede un approccio integrato e multidisciplinare per garantire risultati duraturi.
L’iniziativa è patrocinata da Activa, azienda leader nel settore dei dispositivi medici per la prevenzione e il trattamento delle infezioni ortopediche, fondata ad Ancona nel 1999.
Visite specialistiche mirate e prevenzione
Per la diagnosi tempestiva e il trattamento efficace delle infezioni osteoarticolari è importante rivolgersi a specialisti in ortopedia, infettivologia e microbiologia clinica. La valutazione deve prevedere esami strumentali come radiografie, risonanze magnetiche e analisi di laboratorio specifiche per identificare i patogeni coinvolti.
La prevenzione passa attraverso protocolli rigorosi in ambito chirurgico e una corretta gestione delle ferite e delle protesi articolari. È fondamentale il monitoraggio costante dei pazienti a rischio, in particolare coloro che hanno subito interventi chirurgici o che presentano condizioni di immunodepressione.