L’emicrania cronica rappresenta una delle principali cause di disabilità tra le patologie neurologiche. In Italia si stima che oltre 1 milione di persone ne sia affetto, con una prevalenza maggiore tra le donne. La forma cronica si caratterizza per la presenza di almeno 15 giorni al mese di mal di testa, di cui almeno 8 con caratteristiche tipiche dell’emicrania. Questa condizione ha un impatto significativo non solo sul benessere fisico, ma anche sulla sfera sociale, lavorativa e relazionale, compromettendo la qualità della vita e aumentando il rischio di ansia e depressione. L’assenza di un trattamento adeguato può portare a un progressivo peggioramento della frequenza e dell’intensità degli attacchi.
Il trattamento con fremanezumab, un anticorpo monoclonale mirato alla prevenzione degli attacchi di emicrania cronici ed episodici, continua a dimostrare benefici prolungati nel tempo. Lo confermano i dati presentati all’11° Congresso dell’Accademia Europea di Neurologia (EAN 2025), svoltosi a Helsinki, che evidenziano risultati positivi per la gestione a lungo termine della patologia.
Parliamo di:
Lo studio e i suoi partecipanti
La ricerca, denominata Pearl, ha avuto una durata di 24 mesi e ha coinvolto 1.140 adulti di diverse etnie, la maggior parte dei quali donne (87%). Fra i partecipanti, il 33% soffriva di emicrania episodica e il restante 66,9% di forma cronica. L’obiettivo primario era verificare la riduzione di almeno il 50% dei giorni con emicrania mensili nei primi sei mesi di terapia.
Risultati positivi mantenuti nel tempo
I dati presentati mostrano che il 66% dei pazienti con emicrania episodica ha mantenuto il miglioramento per tutta la durata dello studio. Anche tra coloro affetti da emicrania cronica il beneficio è rimasto stabile: il 51,6% dei pazienti ha continuato a registrare una significativa riduzione degli attacchi nel corso dei due anni.
Aderenza e qualità della vita
Il livello di aderenza al trattamento, somministrato mediante iniezioni sottocutanee mensili o trimestrali, è stato elevato, con un tasso pari al 90%. Inoltre, il 75% dei partecipanti (854 su 1.129) ha portato a termine il periodo di osservazione previsto. I pazienti hanno segnalato un calo nella frequenza, nella durata e nell’intensità degli episodi, con un impatto positivo sulla qualità della vita quotidiana.
Implicazioni per la prevenzione dell’emicrania
I risultati dello studio supportano la validità di strategie preventive a lungo termine per soggetti che convivono con forme gravi di emicrania. Le evidenze suggeriscono che l’uso continuativo di fremanezumab può rappresentare un’opzione efficace per il controllo della malattia nel tempo.
Visite specialistiche e prevenzione per chi soffre di emicrania oggi

La gestione dell’emicrania richiede un percorso diagnostico accurato e visite specialistiche mirate. È fondamentale rivolgersi a centri neurologici e strutture qualificate per ottenere una diagnosi corretta, distinguendo tra forme episodiche e croniche. I piani di prevenzione includono la valutazione dell’intensità e della frequenza degli attacchi, l’adozione di terapie farmacologiche come i monoclonali e la promozione di stili di vita sani. Il monitoraggio periodico con visite di controllo aiuta a valutare l’efficacia del trattamento e a ridurre il rischio di cronicizzazione.
Prospettive future e ricerca
Le ricerche in corso puntano a migliorare ulteriormente la personalizzazione delle cure per i pazienti emicranici, con l’obiettivo di offrire soluzioni sempre più mirate e sostenibili nel lungo termine. La disponibilità di dati real world, come quelli presentati a Helsinki, rafforza le conoscenze sulle terapie di profilassi e contribuisce a ottimizzare la gestione clinica della malattia.