In Italia vivono circa 3,7 milioni di persone con una diagnosi oncologica, di cui un terzo in età lavorativa. Ogni anno si registrano quasi 390mila nuove diagnosi, e anche in questo caso una quota rilevante riguarda lavoratori attivi. Questi dati evidenziano la necessità di rafforzare gli strumenti di protezione sociale per chi affronta la malattia e, allo stesso tempo, deve difendere la propria stabilità occupazionale ed economica.
Parliamo di:
Le novità legislative
L’8 luglio 2025 il Senato ha approvato il Disegno di legge n. 1430, noto come Decreto Salva Lavoro. Il provvedimento introduce disposizioni specifiche per garantire la conservazione del posto di lavoro e permessi retribuiti per esami e cure mediche a favore dei malati oncologici, cronici e invalidanti. La misura si applica sia ai dipendenti pubblici sia ai privati, introducendo un allungamento del periodo di comporto di 24 mesi aggiuntivi per chi ha un’invalidità pari o superiore al 74%.
Il periodo di comporto esteso
Durante questo biennio, che può essere fruito anche in modo frazionato, il lavoratore mantiene il posto di lavoro ma senza retribuzione. Non sono previsti contributi, nemmeno figurativi, salvo la possibilità di versarli volontariamente per non perdere l’anzianità contributiva. Al termine del periodo, è previsto il rientro in servizio con corsia preferenziale per l’accesso allo smart working, già introdotto in precedenti norme e ora ribadito specificamente per i pazienti oncologici.
Tutela per lavoratori autonomi
Una delle novità più rilevanti riguarda i lavoratori autonomi, tradizionalmente meno protetti in caso di malattie gravi. Per loro, la legge consente di sospendere le committenze fino a 300 giorni l’anno, evitando la perdita immediata di incarichi e di opportunità professionali. Questo punto rappresenta un cambio di passo nella prospettiva di equità tra categorie di lavoratori.
Diritti e limiti del provvedimento
Il Decreto amplia le possibilità di tutela, ma presenta anche dei limiti. L’assenza di copertura contributiva durante il congedo rappresenta una criticità, soprattutto per chi non può sostenere versamenti volontari. Tuttavia, la salvaguardia del posto di lavoro e l’accesso facilitato al lavoro agile restano strumenti concreti di inclusione e protezione.
Impatto sociale e sanitario
Garantire continuità lavorativa alle persone con tumore non ha solo un valore economico, ma anche psicologico e sociale. Sentirsi parte di un contesto produttivo e mantenere un reddito, seppur ridotto, può favorire l’aderenza alle cure e contribuire al recupero del benessere complessivo. Inoltre, la possibilità di gestire orari flessibili e modalità di lavoro a distanza agevola i percorsi terapeutici e i controlli clinici.
Visite specialistiche e prevenzione: la realtà dei malati con diagnosi oncologica in Italia

Il tema della tutela lavorativa si intreccia con la necessità di programmare visite oncologiche regolari, sia per chi ha già ricevuto una diagnosi, sia per chi è a rischio. Check-up periodici, esami di screening e controlli mirati permettono di intercettare eventuali recidive o complicanze in fase precoce, riducendo il rischio di assenze prolungate dal lavoro. È fondamentale promuovere una cultura della prevenzione, che includa anche bambini e anziani con familiarità oncologica, integrando le campagne di informazione con programmi di sostegno dedicati.
Una sfida collettiva
Il Decreto Salva Lavoro rappresenta un passo avanti verso una maggiore tutela dei malati oncologici, ma la strada è ancora lunga. Servono politiche di welfare integrato, maggiore attenzione al sostegno psicologico e interventi strutturali per non lasciare soli i lavoratori colpiti da malattie gravi. La sfida è rendere il diritto alla salute compatibile con il diritto al lavoro, in un equilibrio che restituisca dignità e speranza a milioni di cittadini.