Nei primi quattro mesi del 2025, l’Italia ha registrato 269 casi di morbillo, con un’incidenza di 13,7 casi ogni milione di abitanti. I mesi con maggior numero di segnalazioni sono stati gennaio (76 casi), febbraio (71), marzo (86) e aprile (36). Quattro regioni rappresentano più della metà dei casi: Sicilia, Marche, Liguria e provincia autonoma di Bolzano, rispettivamente con incidenze di 33,3, 32,4, 31,8 e 27,8 casi per milione di abitanti.

Distribuzione per età e popolazioni a rischio

L’età mediana delle persone contagiate è di 32 anni, con oltre il 75% dei casi che riguarda soggetti maggiorenni. Nonostante ciò, l’incidenza più alta si concentra nei bambini sotto i 5 anni, una fascia particolarmente vulnerabile alle complicanze del morbillo. Nel periodo considerato sono stati segnalati 15 casi in neonati con meno di 12 mesi, la cui protezione dipende dalla copertura vaccinale della popolazione adulta.

Vaccinazione e copertura immunitaria

La maggior parte dei casi riguarda persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose di vaccino. Il morbillo rimane quindi una minaccia concreta soprattutto per chi non ha completato il ciclo vaccinale. La vaccinazione MPR (morbillo-parotite-rosolia) rappresenta lo strumento più efficace per la prevenzione, ma i dati indicano una persistente presenza di soggetti suscettibili.

Complicanze associate al morbillo

Un terzo dei casi di morbillo ha riportato almeno una complicanza, che spesso si traduce in un aggravamento dello stato di salute. Le complicanze più comuni includono epatite, aumento delle transaminasi, cheratocongiuntivite e polmonite. Sono stati inoltre documentati tre casi di encefalite, una condizione grave e potenzialmente letale. Oltre la metà dei pazienti contagiati ha richiesto il ricovero ospedaliero, a conferma della severità della malattia.

Modalità di trasmissione e focolai di morbillo

Modalità di trasmissione e focolai di morbillo

La trasmissione del virus avviene principalmente in ambito familiare, dove la vicinanza facilita il contagio. Tuttavia, sono stati segnalati casi di infezione acquisita in contesti sanitari, sia in ospedali sia in ambulatori medici, e 25 casi in operatori sanitari. Questi dati evidenziano la necessità di adottare misure di prevenzione rigorose anche nei luoghi di cura.

Confronto con il periodo analogo del 2024

Nel primo quadrimestre del 2024, i casi di morbillo notificati erano stati 436, con un picco ad aprile di 182 casi. L’anno in corso, invece, mostra una riduzione significativa del numero di contagi, con solo 36 casi ad aprile. Questo trend indica un possibile miglioramento nelle strategie di controllo e prevenzione, ma non deve far abbassare la guardia.

Indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità

L’OMS raccomanda di anticipare la prima dose di vaccino morbillo-parotite-rosolia a 9 mesi in presenza di focolai, o addirittura a 6 mesi in circostanze particolari. Tuttavia, una dose somministrata prima dei 12 mesi non sostituisce il ciclo vaccinale standard, che prevede due dosi. Pertanto, è fondamentale che i bambini ricevano entrambe le dosi secondo il calendario nazionale per garantire una protezione duratura.

L’importanza della prevenzione e della copertura vaccinale

La circolazione continua del morbillo in Italia dimostra che la malattia non è scomparsa e può ancora causare gravi danni alla salute pubblica. La vaccinazione rappresenta lo strumento principale per interrompere la catena del contagio e ridurre la morbilità. La copertura vaccinale deve essere elevata per proteggere anche le fasce più vulnerabili, come i bambini sotto l’anno e le persone con condizioni di salute compromesse.

Le sfide future nella lotta al morbillo

Nonostante i progressi, il morbillo continua a rappresentare una sfida sanitaria. La persistenza di casi in età adulta e in operatori sanitari sottolinea la necessità di campagne di sensibilizzazione e vaccinazioni di richiamo. Occorre inoltre migliorare la sorveglianza epidemiologica e mantenere alta l’attenzione anche nelle aree con bassa incidenza.

Complicanze e impatto sulla salute pubblica

Il morbillo non è una malattia banale: oltre a causare sintomi acuti, può provocare complicanze severe che richiedono ricovero e trattamenti specifici. La polmonite e l’encefalite acuta sono tra le condizioni più pericolose. La prevenzione attraverso la vaccinazione è l’unica strategia efficace per ridurre questi rischi e proteggere la salute della popolazione.

Ruolo degli operatori sanitari e sicurezza negli ambienti di cura

La presenza di casi di morbillo tra il personale sanitario evidenzia la necessità di politiche vaccinali obbligatorie e di rigorose misure di controllo delle infezioni negli ospedali. Gli operatori devono essere protetti per evitare focolai all’interno delle strutture sanitarie, che possono coinvolgere pazienti e visitatori.

Conclusioni e raccomandazioni per il futuro

La situazione attuale sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul morbillo e di continuare a promuovere la vaccinazione a tutti i livelli della popolazione. È fondamentale raggiungere una copertura vaccinale completa per evitare epidemie e tutelare la salute pubblica, soprattutto nelle fasce più fragili come i bambini piccoli e gli anziani.

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