Il microbiota intestinale gioca un ruolo fondamentale come risposta alle cure antitumorali che non dipendono solo dai farmaci e dal tipo di tumore. Lo dimostra uno studio dell’Institut Gustave Roussy, presentato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), che mette in luce come una flora batterica squilibrata, detta disbiosi, comprometta l’efficacia dell’immunoterapia. Al contrario, la presenza in abbondanza di Akkermansia muciniphila, un batterio considerato “benefico”, si associa a un aumento dell’efficacia del trattamento.

Effetti della disbiosi sull’efficacia dell’immunoterapia: il ruolo chiave del microbiota

Effetti della disbiosi sull’efficacia dell’immunoterapia: il ruolo chiave del microbiota

La disbiosi si manifesta quando la flora batterica perde il proprio equilibrio naturale, con il predominio di ceppi pro-infiammatori. Questa condizione, come dimostrato da ricerche recenti, può ridurre sensibilmente la capacità dell’organismo di rispondere positivamente alle cure immunoterapiche. Sebbene al momento non esistano protocolli approvati per modificare il microbiota con l’obiettivo di migliorare la risposta alle terapie, il legame è ormai scientificamente accertato.

Antibiotici, glicemia e alimentazione sotto osservazione

Uno degli aspetti emersi dagli studi discussi al congresso Asco è l’effetto negativo dell’uso di antibiotici in prossimità dei cicli di immunoterapia. La sopravvivenza dei pazienti oncologici può risultare ridotta se il microbiota viene alterato da terapie antibiotiche non necessarie. Parallelamente, altri parametri stanno attirando l’attenzione dei ricercatori. Livelli elevati di glicemia in soggetti non diabetici sono stati associati a una minore efficacia dell’immunoterapia nel trattamento del melanoma metastatico, con ogni probabilità per via dell’infiammazione sistemica aggravata dall’iperglicemia.

Le prospettive per future terapie personalizzate

Alla luce di questi risultati, le nuove linee di ricerca prevedono interventi diretti sul microbiota attraverso l’utilizzo di probiotici, modifiche nutrizionali mirate o persino fagi, virus che agiscono sui batteri intestinali. L’obiettivo è sviluppare approcci terapeutici combinati, in grado di potenziare l’efficacia delle terapie immunologiche contro il cancro, intervenendo preventivamente sulla flora batterica.

Visite specialistiche mirate e prevenzione integrata

Per i pazienti oncologici, una gestione integrata che tenga conto della salute intestinale può fare la differenza. È consigliato rivolgersi a specialisti con competenze multidisciplinari, capaci di coordinare terapie oncologiche con indicazioni nutrizionali e monitoraggio metabolico. Un controllo dei livelli glicemici, della composizione corporea e dello stato infiammatorio può contribuire a migliorare la tolleranza alle terapie e i risultati clinici nel lungo periodo.

Oltre il farmaco: nuove frontiere della ricerca oncologica

Il peso crescente del microbiota nei percorsi terapeutici apre una nuova visione della medicina oncologica: non solo lotta al tumore, ma riequilibrio del corpo nel suo insieme. Le ricerche in corso e i primi studi clinici che prendono in considerazione l’ecosistema intestinale promettono di rivoluzionare i modelli tradizionali di cura. Intervenire sul microbiota potrebbe diventare uno degli strumenti fondamentali per rafforzare l’organismo nella sfida contro il cancro.

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