La recente polemica legata alle nuove modalità di accesso alla mappatura dei nei in Veneto ha sollevato l’attenzione della comunità scientifica e delle associazioni dedicate alla prevenzione oncologica.

Secondo la Fondazione Melanoma, la riduzione o la modifica delle procedure rischia di trasmettere un segnale sbagliato alla popolazione e di compromettere l’attenzione verso la diagnosi precoce del melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo.

Linee guida internazionali

Le principali società scientifiche – dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) all’European Society for Medical Oncology (Esmo) e all’American Society of Clinical Oncology (Asco) – ribadiscono con chiarezza il ruolo fondamentale della visita dermatologica con dermatoscopia. Questa deve essere effettuata con cadenza annuale, o semestrale nei pazienti con fattori di rischio o nei sospetti, per garantire un’efficace diagnosi precoce. Il timore è che un ridimensionamento delle indicazioni riduca la sensibilità della popolazione e porti a ritardi diagnostici.

Melanoma in crescita in Italia

I numeri confermano la gravità del fenomeno. In Italia il melanoma è oggi il terzo tumore più frequente sotto i 50 anni per entrambi i sessi. L’incidenza è cresciuta in modo costante negli ultimi vent’anni: dai circa 6mila casi del 2004 si è passati a oltre 11mila nel 2014, fino ad arrivare ai 17mila stimati nel 2024. Una crescita che, senza strumenti di prevenzione efficaci, rischia di avere un impatto crescente sul sistema sanitario nazionale.

Il valore della diagnosi precoce

Il melanoma è tra i tumori con la maggiore incidenza in età giovane. La diagnosi precoce rappresenta quindi l’arma principale per migliorare la sopravvivenza e ridurre i costi delle terapie avanzate. I ritardi diagnostici emersi durante la pandemia hanno già dimostrato quanto pesi il tempo nella gestione dei tumori cutanei: diagnosi tardive significano trattamenti più invasivi e prognosi peggiori.

L’esperienza internazionale

In Australia, Paese da sempre in prima linea sul fronte della prevenzione dermatologica, i programmi di screening e sensibilizzazione hanno portato negli ultimi anni a una riduzione dell’incidenza dei tumori della pelle. Un modello virtuoso che conferma come prevenire sia sempre più efficace e meno oneroso che curare. L’Italia, al contrario, rischia di indebolire gli strumenti di tutela riducendo l’accesso a un controllo semplice e poco invasivo come la mappatura dei nei.

Visite specialistiche e prevenzione: la mappatura dei nei e la battaglia contro il nemico melanoma

Visite specialistiche e prevenzione: la mappatura dei nei e la battaglia contro il nemico melanoma

La dermatoscopia rappresenta oggi il principale strumento per individuare in fase precoce i melanomi e altre lesioni cutanee sospette. Si tratta di una visita specialistica che consente di analizzare i nei con grande precisione, distinguendo quelli innocui da quelli che meritano ulteriori approfondimenti o l’asportazione chirurgica. I soggetti più a rischio – come chi ha numerosi nei, una storia familiare di melanoma o esposizione frequente al sole – dovrebbero programmare controlli semestrali. Nei restanti casi, una visita annuale resta una strategia efficace di prevenzione.

Una scelta che pesa sulla salute pubblica

Indebolire la prevenzione significa aumentare il rischio per i cittadini e i costi per il sistema sanitario. Le diagnosi tardive comportano terapie complesse, ricoveri prolungati e un impatto economico rilevante. Investire sulla prevenzione, invece, garantisce diagnosi tempestive, trattamenti meno invasivi e maggiori possibilità di guarigione. La Fondazione Melanoma invita quindi a rafforzare e non a ridurre gli strumenti di screening, per evitare che decisioni locali compromettano anni di progressi nella sensibilizzazione dei cittadini.

Guardare avanti con impegno

La prevenzione dermatologica resta un pilastro irrinunciabile della salute pubblica. Alla luce della crescita costante del melanoma, ogni scelta politica o sanitaria deve andare nella direzione di consolidare e ampliare i programmi di screening. Una popolazione informata e controlli regolari sono la prima barriera contro un tumore che, se individuato in tempo, può essere trattato con successo.

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