Grazie all'efficacia di esami come la mammografia in tomosintesi, una tecnologia avanzata che sta rivoluzionando lo screening mammografico tradizionale, negli ultimi anni la diagnosi precoce del tumore al seno ha fatto passi da gigante. In un momento in cui il carcinoma mammario resta il tumore più diagnosticato tra le donne a livello globale, innovazioni come questa sono decisive per migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita.

Come funziona la mammografia in tomosintesi

Come funziona la mammografia in tomosintesi

La tomosintesi mammaria, conosciuta anche come mammografia 3D, è una tecnica di imaging che permette di ottenere una visione tridimensionale del tessuto mammario. A differenza della mammografia convenzionale che fornisce solo immagini bidimensionali, la tomosintesi acquisisce una serie di immagini a bassa dose da diverse angolazioni, che vengono poi ricostruite in sezioni sottilissime.

Questo consente al radiologo di osservare meglio eventuali lesioni, anche molto piccole o nascoste in tessuti densi, riducendo il rischio di falsi positivi e falsi negativi. Il risultato? Diagnosi più precise, meno richiami inutili e una maggiore capacità di individuare tumori in fase iniziale.

Perché la tomosintesi è un game changer

Le donne con seno denso — una caratteristica molto comune, soprattutto nelle più giovani — sono particolarmente svantaggiate con la mammografia standard, perché il tessuto ghiandolare può mascherare la presenza di noduli o microcalcificazioni sospette. La tomosintesi, offrendo immagini stratificate, supera questa difficoltà e migliora significativamente l'accuratezza diagnostica.

Diversi studi clinici hanno confermato che la tomosintesi aumenta il tasso di rilevazione del tumore al seno fino al 40% rispetto alla mammografia tradizionale, permettendo di individuare anche carcinomi molto piccoli che potrebbero passare inosservati.

Tumore al seno: dati aggiornati

Secondo gli ultimi dati ufficiali, il tumore al seno rappresenta circa il 30% di tutte le diagnosi oncologiche femminili. Solo in Italia, nel 2024, sono state stimate oltre 55.000 nuove diagnosi. La buona notizia è che la mortalità è in continua diminuzione grazie alla diagnosi precoce e ai progressi terapeutici: il tasso di sopravvivenza a cinque anni ha superato l'88%.

Il tumore al seno, però, rimane la principale causa di morte oncologica nelle donne sotto i 50 anni. Questo sottolinea quanto sia fondamentale puntare su programmi di screening efficaci e aggiornati con tecnologie come la tomosintesi.

Prevenzione: il miglior alleato contro il tumore al seno

La prevenzione si articola su più livelli:

  • Screening regolare: a partire dai 40 anni (o prima in caso di rischio familiare), è raccomandata una mammografia annuale o biennale. La tomosintesi, dove disponibile, è preferibile soprattutto per donne con seno denso.
  • Controlli clinici: visite senologiche periodiche per individuare eventuali anomalie.
  • Autopalpazione: conoscere il proprio corpo e segnalare tempestivamente cambiamenti o sintomi sospetti.
  • Stile di vita sano: mantenere un peso adeguato, praticare attività fisica regolare, limitare il consumo di alcol e seguire una dieta equilibrata possono ridurre il rischio di sviluppare il tumore.

La diagnosi precoce resta l’arma più potente: un tumore scoperto in fase iniziale ha una probabilità di guarigione che può superare il 95%.

Tomosintesi e futuro della prevenzione

L'adozione della tomosintesi negli screening di routine non è ancora omogenea sul territorio, ma sta crescendo rapidamente. Sempre più strutture pubbliche e private la stanno introducendo per migliorare l’efficacia dei programmi di prevenzione.

Alcuni progetti pilota hanno dimostrato che integrando la tomosintesi nello screening pubblico, il numero di diagnosi precoci aumenta, e si riducono i richiami non necessari che creano ansia e sovraccarico al sistema sanitario.

La sfida dei prossimi anni sarà rendere questa tecnologia sempre più accessibile a tutte le donne, senza distinzione geografica o economica.

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