Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) mostrano una crescita preoccupante tra gli under 20, con un aumento del 25% registrato negli ultimi 15 anni negli Stati Uniti, secondo uno studio pubblicato su Gastroenterology. Questa patologia complessa, che colpisce sempre più precocemente, impatta gravemente sulla qualità della vita di bambini e adolescenti, in particolare nel contesto scolastico e sociale.

Impatto sulla vita scolastica e sociale dei ragazzi

Una recente indagine nazionale di Amici Italia, condotta su giovani tra i 7 e i 20 anni affetti da MICI, ha evidenziato un quadro difficile: il 40% dei ragazzi teme di usare il bagno a scuola, mentre uno su quattro è stato deriso per la propria condizione. Nonostante frequenti assenze legate alla malattia, solo il 17% dispone di un Piano Didattico Personalizzato o di un insegnante di sostegno. La scuola spesso diventa un luogo di isolamento, paura e discriminazioni, aggravando la sofferenza psicologica legata alla malattia.

Caratteristiche e sfide da vincere

Le MICI sono patologie a decorso cronico e recidivante, caratterizzate da fasi di riacutizzazione imprevedibili e periodi di remissione. Le cause precise rimangono ancora sconosciute, complicando prevenzione e gestione. In Italia si stimano oltre 250.000 persone colpite, mentre a livello globale superano i 5 milioni. Secondo il professor Paolo Gionchetti, primario IBD all’IRCCS Policlinico Sant’Orsola, affrontare queste malattie richiede un approccio multidimensionale, che non si limiti solo agli aspetti clinici ma includa il benessere emotivo e sociale del paziente. Per questo la presa in carico deve essere integrata, coinvolgendo medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti e associazioni di pazienti.

Dati dello studio americano

Lo studio condotto dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e da altre istituzioni americane ha analizzato dati di circa 2,7 milioni di giovani tra 4 e 20 anni provenienti da cinque stati USA. Oltre all’aumento generale delle MICI, si segnala un incremento del 22% per la malattia di Crohn pediatrica e del 29% per la colite ulcerosa pediatrica a partire dal 2011.

Conseguenze sociali e psicologiche delle malattie croniche intestinali

Conseguenze sociali e psicologiche delle malattie croniche intestinali

Il professor Fernando Rizzello, esperto IBD dell’Università di Bologna, sottolinea come convivere con una MICI in età evolutiva significhi spesso affrontare dolori fisici, affaticamento e sintomi invalidanti, ma anche una stigmatizzazione sociale che può trasformare la quotidianità in un’esperienza di isolamento e sofferenza. La scarsa comprensione dell’ambiente scolastico e sociale amplifica queste difficoltà, con molti ragazzi che nascondono la malattia o si sentono esclusi.

Bisogno di inclusione

L’indagine Amici Italia conferma la realtà di ragazzi costretti a nascondersi e a vivere la malattia in silenzio. Il 44% degli intervistati frequenta la scuola anche quando non in condizioni ottimali per evitare giudizi e critiche, mentre metà degli adolescenti dichiara difficoltà di socializzazione. Solo una minima parte ha accesso a supporto psicologico. Mara Pellizzari, presidente di Amici Italia, evidenzia l’urgenza di garantire inclusione e diritto allo studio per tutti, sottolineando l’importanza di un sistema scolastico realmente accogliente e consapevole.

Progressi nella chirurgia e nelle cure

La chirurgia continua a giocare un ruolo fondamentale nei casi più complessi di MICI. Secondo il professor Gilberto Poggioli dell’Università di Bologna, i progressi tecnologici hanno portato a interventi sempre meno invasivi, con tecniche laparoscopiche e robotiche che riducono tempi di recupero e preservano la qualità della vita. L’approccio chirurgico non è più considerato un fallimento della terapia medica, ma parte integrante di un percorso multidisciplinare che cura la persona nella sua totalità, compresi gli aspetti psicologici post-operatori.

Visite specialistiche mirate, diagnosi e prevenzione

Una diagnosi precoce delle MICI richiede visite specialistiche urologiche e gastroenterologiche approfondite, con esami clinici e strumentali specifici. La prevenzione passa attraverso un’attenta valutazione dei sintomi come dolori addominali ricorrenti, diarrea persistente e affaticamento, soprattutto in età pediatrica. È fondamentale promuovere percorsi di screening mirati per individuare tempestivamente la malattia e avviare terapie adeguate, riducendo così l’impatto sulla vita quotidiana dei pazienti. Solo con un accesso omogeneo alle cure e un supporto multidisciplinare si può garantire una gestione efficace e umana delle MICI.

l’importanza di un approccio multidisciplinare e integrato

L’esperienza clinica dimostra che l’assistenza ai pazienti con MICI deve essere completa e continua, coinvolgendo non solo il trattamento medico ma anche il sostegno psicologico, nutrizionale e sociale. Superare le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle terapie e aggiornare i livelli essenziali di assistenza (LEA) sono passi necessari per una gestione moderna della malattia. Solo un lavoro di squadra tra medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti e associazioni può costruire un percorso di cura davvero centrato sulla persona e sulle sue esigenze.

Diagnostica

Obesi e Claustrofobici


Diagnostica

Nobiliore


Diagnostica

Tiburtina


Diagnostica

Nobiliore Donna


Regione Lombardia: progetto pilota per incentivare lo screening del colon retto
Bambini in sovrappeso, la guida dei pediatri Sip per affrontare il tema senza stigma
Obesità infantile, un problema crescente: l’influenza della pubblicità e delle abitudini alimentari
La crescita dei casi di cancro in Italia e l’importanza delle cure umanizzate
Risonanza magnetica completamente aperta: un comfort innovativo per i pazienti
Malattie cardiovascolari: focus sulla dislipidemia
Il primo percorso di riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi da chemioterapia
Oncologia e nutrizione: l’alimentazione come parte integrante della terapia
Preparazione agli esami diagnostici: guida completa per ecografie, colonoscopia virtuale e tac con mdc
I farmaci antiobesità e il cambiamento delle abitudini alimentari
Torna in alto