Gli italiani sempre più votati alla salute "fai-da-te". Sempre più cittadini di casa nostra scelgono di occuparsi autonomamente del proprio benessere fisico e mentale, ricorrendo a farmaci da banco e integratori per affrontare condizioni non gravi. Parallelamente, l’abitudine a informarsi online sulla salute continua a diffondersi, ma si evolve: alla classica ricerca via Google si affianca un utilizzo crescente dell’intelligenza artificiale, in particolare dei chatbot generativi, per ricevere risposte rapide su sintomi, diagnosi, farmaci e terapie.

Secondo il rapporto Eurispes 2025, ben il 65,6% degli italiani cerca informazioni sanitarie online: il 61,9% lo fa per comprendere sintomi, il 52,8% per adottare buone pratiche quotidiane, mentre oltre un terzo degli utenti consulta il web per individuare farmaci o decidere quali esami effettuare.

L’AI come nuova alleata nella ricerca di risposte

Uno dei fenomeni emergenti riguarda l’uso dell’AI generativa: il 31% dei cittadini ha utilizzato strumenti di intelligenza artificiale, e l’11% lo ha fatto proprio per questioni legate alla salute. Le ricerche più frequenti riguardano problemi di salute (47%) e farmaci e terapie (39%). Le motivazioni principali che spingono a utilizzare questi strumenti sono la rapidità con cui si ottengono informazioni (50%) e la facilità d’uso (44%).

Anche tra coloro che non hanno ancora sperimentato chatbot basati su AI, l’interesse è notevole: il 40% sarebbe disposto a utilizzarli per informarsi su disturbi comuni, il 28% per conoscere pratiche di prevenzione e stili di vita corretti, circa un quarto per approfondire diagnosi, terapie o individuare strutture sanitarie.

Rischi e vantaggi percepiti dell’intelligenza artificiale

La popolazione è divisa sul potenziale dell’AI in ambito sanitario. Un italiano su tre ritiene che l’intelligenza artificiale porterà più benefici che rischi, e il 24% crede che possa aiutare i medici a prendere decisioni cliniche più rapide e precise. Tuttavia, esistono anche timori: il 36% teme un indebolimento del rapporto umano con il medico, mentre il 29% ha paura che l’AI possa sostituire il professionista sanitario.

È importante sottolineare che nessuna tecnologia può replicare l’analisi clinica di un medico, la sua esperienza e la capacità di connettere sintomi, dati e relazioni umane per giungere a una diagnosi o a una terapia personalizzata.

Farmaci da banco: numeri e tendenze

Nel 2024 il mercato dei farmaci da banco ha registrato la distribuzione di quasi 291 milioni di confezioni, con un leggero calo del -2,6% rispetto all’anno precedente, ma con un fatturato in crescita: +1,7%, per un totale di oltre 3 miliardi di euro. La farmacia fisica resta il canale principale, con circa il 90% delle vendite.

Le vendite online rappresentano ancora una fetta modesta (3,5% delle confezioni, pari a 10,3 milioni), ma in crescita: +10% nei fatturati e +5,3% nei volumi.

Integratori in forte espansione

Anche il settore degli integratori alimentari è in piena espansione. Tra maggio 2024 e aprile 2025, le farmacie italiane hanno venduto oltre 203 milioni di confezioni, per un giro d’affari vicino ai 4 miliardi di euro. I consumatori cercano prodotti per rinforzare il sistema immunitario, migliorare la digestione, il sonno o l’energia quotidiana, spesso guidati da contenuti letti online o consigli trovati sui social.

L’importanza delle visite specialistiche mirate e dei check up specializzati a ogni età. I rischi del "fai-da-te"

L’importanza delle visite specialistiche mirate e dei check up specializzati a ogni età. I rischi del "fai-da-te"

Nonostante la diffusione di strumenti di AI e l’accesso immediato a informazioni online, è fondamentale non rinunciare alla consulenza di un medico specialista. La tecnologia può offrire spunti, ma non sostituisce l’esperienza clinica, soprattutto quando si tratta di interpretare sintomi complessi o identificare patologie croniche.

Quando si presentano segnali persistenti, cambiamenti nello stato di salute o dubbi diagnostici, è necessario rivolgersi a uno specialista per una valutazione approfondita. L’autogestione può essere utile per la prevenzione e per migliorare lo stile di vita, ma non può diventare l’unica via per gestire la propria salute.

Il ruolo centrale della farmacia fisica

Nonostante la crescita dell’e-commerce, le farmacie fisiche restano un punto di riferimento insostituibile. Il rapporto diretto con il farmacista rappresenta un valore aggiunto, poiché il professionista può orientare l’acquisto di farmaci e integratori, spiegare l’uso corretto dei prodotti ed evitare errori comuni legati all’automedicazione.

Il farmacista è anche in grado di riconoscere segnali d’allarme che possono suggerire la necessità di una visita medica, svolgendo così un ruolo essenziale nella filiera della salute.

Tecnologia e salute: serve una nuova alleanza

L’espansione dell’intelligenza artificiale in campo sanitario rappresenta una rivoluzione in corso. Tuttavia, è essenziale costruire un modello d’integrazione responsabile, dove l’AI sia uno strumento a supporto del medico, non un sostituto. Solo attraverso un dialogo costante tra cittadino, medico e tecnologia sarà possibile ottenere benefici concreti, garantendo una salute realmente personalizzata e sicura.

L’informazione non può prescindere dalla mediazione del professionista, ed è necessario contrastare la disinformazione, l’uso errato dei farmaci e l’eccessiva fiducia in soluzioni digitali fai-da-te. La tecnologia deve essere uno strumento, non un punto di arrivo.

Riflessioni doverose

La crescente digitalizzazione della salute rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida. L’autogestione del benessere può essere utile, ma solo se accompagnata da competenze e supervisione. È fondamentale promuovere un uso consapevole degli strumenti di AI e delle risorse online, sostenendo parallelamente l’accesso a visite mediche qualificate, prevenzione personalizzata e percorsi clinici strutturati.

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