Il Congresso FNOPI? Una standing ovation all'immobilismo. Mentre i problemi veri degli infermieri restano fuori dalla porta.

Applausi, slogan e lustrini. Ma della sanità reale, quella che ogni giorno si regge sulle spalle di professionisti dimenticati, al Terzo Congresso Nazionale FNOPI si è visto ben poco. E allora ci tocca dirlo: quello che doveva essere il momento per dare risposte concrete, si è trasformato in una passerella autoreferenziale.

La Federazione ha parlato al Governo. Ma non ha ascoltato i suoi infermieri.

Lauree magistrali? Buone per i titoli, pessime per i contratti.

Si celebrano le lauree magistrali a indirizzo clinico come "la svolta epocale della professione". Ma è davvero una svolta se poi quei professionisti vengono confinati nel comparto, senza prospettive reali di carriera?

L'ARAN ha già deciso: niente dirigenza. I laureati magistrali devono restare nella cosiddetta area di elevata qualificazione. Ovvero, un “binario morto”.

E la FNOPI? Non una parola per difendere una collocazione più coerente e giusta. Non una pressione visibile alla politica. Non un documento pubblico. E se ci sbagliamo siamo pronti a fare ammenda.

Equipollenze ignorate per gli infermieri, ma evocate per spingere l'assistente infermiere: il paradosso è servito

Mentre ai professionisti sanitari con titoli equipollenti è stata negata la possibilità di accedere all'area di elevata qualificazione, l'ARAN, dicono su pressione delle Regioni, ha mostrato uno zelo sorprendente nel ricordare che il titolo di OSS con formazione complementare è equipollente a quello dell'assistente infermiere.

Due pesi, due misure. E a rimetterci, come sempre, sono i professionisti veri.

Due pesi, due misure. E a rimetterci, come sempre, sono i professionisti veri.

Ci domandiamo: è normale tutto questo? È normale che chi regge da anni il nostro SSN venga lasciato indietro, mentre si creano corsie preferenziali per figure ibride non sanitarie?

E ancora: cosa ha fatto la FNOPI per contrastare politicamente questo gioco delle tre carte?

Assistente infermiere: una figura che nessuno ha chiesto, ma che qualcuno ha voluto

La sua introduzione è un vero pasticcio. È il tentativo di rattoppare una voragine con il cerotto sbagliato. Non è un professionista sanitario, non è un infermiere. Ma rischia di invadere uno spazio già fragile, fornendo l'assist alla politica per continuare a fare retorica sui problemi reali  degli infermieri.

FNOPI ha avuto modo, tempo e occasione per prendere posizione. Ma ha preferito voltarsi dall'altra parte.

Vincolo di esclusività: prima gli elogi, ora il silenzio

Quando venne approvata la proroga dello sblocco, la Federazione fu pronta a lodare la politica. Oggi che quella proroga è stata sospesa, si tace.

Strano modo di fare rappresentanza: a senso unico.

E' vero, FNOPI non può fare sindacato. Ma può (e dovrebbe) influenzare la politica.

Lo sappiamo bene: FNOPI non ha il compito di negoziare i contratti. Ma può, eccome, agire sul fronte politico, esercitando il proprio ruolo istituzionale a tale livello,  per orientare chi quei contratti li scrive e li impone.

La politica, infatti, può e deve indirizzare l’ARAN, che rappresenta le Pubbliche Amministrazioni e le Regioni nei tavoli contrattuali. E FNOPI può — e dovrebbe — lavorare con fermezza su quel livello, per evitare che la professione infermieristica venga sistematicamente ridotta a un ruolo subordinato e privo di prospettive.

Può e dovrebbe chiedere con forza percorsi di carriera credibili, sbocchi professionali adeguati, inquadramenti coerenti.
E soprattutto, potrebbe smettere di assistere passivamente a decisioni che penalizzano la categoria, senza mai alzare la voce quando serve davvero.

Se la FNOPI intende rappresentare davvero i suoi iscritti, lo faccia dove conta: nei rapporti con Governo, Ministero e Parlamento, per cambiare l’impostazione di fondo. Gli infermieri dovrebbero , infatti, giovarsi della sua presenza istituzionale.

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