Con l’arrivo dell’estate, cresce il rischio di punture da parte di api, vespe, calabroni e zanzare durante giornate al mare, in montagna o in campagna.
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Effetti più comuni delle punture di api, vespe e zanzare
Nella maggior parte dei casi queste punture causano solo lievi fastidi temporanei, come gonfiore, rossore e prurito nella zona interessata. Tuttavia, in alcune situazioni possono scatenare reazioni più importanti che richiedono un intervento tempestivo. Questi insetti inoculano una piccola quantità di veleno attraverso il pungiglione, provocando una reazione locale che, di solito, si risolve autonomamente in uno o due giorni.
Come comportarsi in caso di puntura
Se si viene punti da un’ape è fondamentale verificare la presenza del pungiglione nella cute, perché può accadere che rimanga conficcato. La rimozione immediata aiuta a limitare la diffusione del veleno, riducendo il rischio di gonfiore e infiammazione. Il pungiglione può essere estratto con il bordo rigido di una carta o un oggetto simile, evitando di schiacciarlo. Dopo averlo rimosso, è consigliabile lavare l’area con acqua e sapone e applicare del ghiaccio per contenere il gonfiore. Nel caso non si riesca a rimuoverlo, occorre monitorare attentamente la zona per evitare che si sviluppino infezioni, cisti o ferite più estese.
Punture: quando la reazione è davvero più grave

Nella maggior parte dei casi le reazioni sono limitate alla zona della puntura, ma in alcune persone possono insorgere reazioni allergiche più significative. Un gonfiore diffuso o un arrossamento importante può indicare una reazione lieve che si può gestire con una pomata antistaminica o cortisonica disponibile in farmacia. È fondamentale però riconoscere i segnali di un’allergia grave, come lo shock anafilattico, una condizione che può mettere in pericolo la vita e richiede soccorso immediato. I sintomi includono abbassamento della pressione, difficoltà respiratorie, battito cardiaco debole e rapido, nausea, vomito, orticaria, gonfiore della lingua o della gola, sudorazione e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.
Visite specialistiche mirate e prevenzione
Le persone che hanno già manifestato reazioni allergiche importanti dovrebbero in modo preventivo consultare uno specialista allergologo per una valutazione approfondita. In alcuni casi può essere prescritto un auto-iniettore di adrenalina, dispositivo salvavita facile da usare in caso di emergenza. Anche chi non ha precedenti allergici ma si espone frequentemente a contesti a rischio, come attività all’aperto o lavori agricoli, può beneficiare di un confronto con un esperto per ricevere consigli su prevenzione e gestione dei rischi. La diagnosi precoce di un’allergia permette di adottare strategie di protezione adeguate, come evitare di indossare abiti dai colori sgargianti o profumi intensi, che attirano gli insetti, e controllare regolarmente l’ambiente circostante.
Accorgimenti utili per evitare le punture
Ridurre il rischio di essere punti è possibile con semplici accorgimenti. Durante le attività all’aperto è bene indossare abiti che coprano braccia e gambe e utilizzare repellenti specifici per la pelle o gli indumenti. Evitare di lasciare cibi o bevande scoperti, soprattutto dolci o frutta, che attraggono api e vespe, rappresenta un’altra buona norma di prevenzione. Nelle aree verdi è utile prestare attenzione prima di sedersi sull’erba o avvicinarsi a cespugli e alberi, dove gli insetti possono avere il nido.
Come intervenire nei casi più critici
Se dopo una puntura compaiono sintomi di una possibile reazione grave, è essenziale chiamare subito i soccorsi. L’adrenalina auto-iniettabile, per chi ne è dotato, rappresenta il primo intervento da effettuare prima dell’arrivo dell’assistenza medica. Dopo l’iniezione i sintomi tendono a migliorare, ma è comunque necessario il monitoraggio da parte di operatori sanitari. Nessun rimedio domestico può sostituire un intervento qualificato nei casi di reazione sistemica.
Rischi per bambini e anziani e come intervenire in caso di shock anafilattico
Bambini e anziani sono le categorie più vulnerabili in caso di puntura da insetti, per via della maggiore sensibilità ai veleni e della possibilità di una risposta immunitaria più intensa o meno efficace. Nei bambini il gonfiore può estendersi rapidamente, mentre negli anziani possono insorgere più facilmente complicazioni respiratorie o cardiovascolari. In entrambi i casi è fondamentale osservare eventuali segni di reazione sistemica, come difficoltà a respirare, gonfiore al volto e alla gola, calo improvviso della pressione, confusione mentale o perdita di coscienza.
Se si sospetta uno shock anafilattico, bisogna agire tempestivamente: allertare i soccorsi, posizionare la persona supina con le gambe sollevate se non ci sono difficoltà respiratorie, e somministrare adrenalina con auto-iniettore se già prescritta. Dopo l’iniezione, è necessario restare accanto al paziente fino all’arrivo dell’ambulanza, monitorando respiro e battito cardiaco.
Chi ha una diagnosi accertata di allergia al veleno di imenotteri dovrebbe seguire una profilassi preventiva, che può comprendere la terapia desensibilizzante (immunoterapia specifica) e l’obbligo di portare sempre con sé un auto-iniettore di adrenalina, oltre a antistaminici o cortisonici su indicazione dello specialista. L’educazione alla gestione delle emergenze deve coinvolgere anche familiari, educatori e accompagnatori.