Un recente studio ha evidenziato come l’esercizio fisico possa attivare un gene che aiuta a proteggere il cervello dall’Alzheimer. La ricerca ha identificato l’ATPIF1, un gene in grado di stimolare la sopravvivenza delle cellule nervose e la loro capacità di formare connessioni, soprattutto in un’area chiave del cervello, il giro dentato dell’ippocampo. Questo processo favorisce la plasticità neuronale e la funzione sinaptica, contribuendo a contrastare il deterioramento cognitivo.

Dagli esperimenti su animali alle evidenze sull’uomo

La prima osservazione di questo meccanismo è avvenuta su animali in laboratorio sottoposti a movimento controllato. Successivamente, lo stesso fenomeno è stato confermato anche nell’uomo grazie a indagini genetiche avanzate. I ricercatori stanno già lavorando per capire come sfruttare il potenziale dell’ATPIF1 anche senza esercizio fisico, così da aiutare chi non riesce a praticare attività motoria. È noto che camminare almeno 3.800 passi al giorno riduce il rischio di demenza quasi della metà, ma incrementare oltre i 9.000 passi offre un beneficio solo marginalmente superiore.

L’effetto dell’esercizio sulle cellule di supporto del cervello

Il movimento regolare favorisce la presenza di astrociti legati al sistema neurovascolare. Queste cellule partecipano alla regolazione delle sinapsi e sono coinvolte nei meccanismi di memoria e apprendimento. Anche gli oligodendrociti traggono beneficio dall’attività fisica: queste cellule producono la mielina, la guaina che isola i neuroni e ne facilita la comunicazione, proprio come un rivestimento protettivo per i cavi elettrici.

Come l’ATPIF1 protegge il DNA e contrasta l’invecchiamento cellulare

L’attivazione dell’ATPIF1 stimola le elicasi, enzimi che contribuiscono alla stabilità del DNA sia nei mitocondri sia nel nucleo delle cellule. Questi enzimi proteggono i telomeri, che hanno un ruolo fondamentale nel prevenire l’invecchiamento cellulare. La sedentarietà, l’alimentazione scorretta e alcune patologie accelerano il loro accorciamento, mentre l’attività fisica rallenta questo processo grazie all’azione dell’ATPIF1.

Visite specialistiche e prevenzione per la memoria

Chi presenta fattori di rischio per demenza dovrebbe sottoporsi a visite neurologiche mirate e ad accertamenti come valutazioni cognitive e imaging cerebrale. È importante considerare anche test genetici specifici. La prevenzione si fonda su uno stile di vita sano, che comprende attività fisica regolare, dieta equilibrata e controllo di pressione, colesterolo e glicemia.

Nuove strade per la protezione del cervello

La possibilità di stimolare l’ATPIF1 senza esercizio fisico potrebbe diventare un supporto prezioso per la prevenzione e il trattamento della demenza. La ricerca prosegue per sviluppare terapie che riproducano i benefici del movimento. Nel frattempo, restano fondamentali le buone abitudini per proteggere la salute cerebrale.

Diagnostica

Obesi e Claustrofobici


Diagnostica

Nobiliore


Diagnostica

Tiburtina


Diagnostica

Nobiliore Donna


Visita e diagnosi per il tunnel carpale: tutto quello che c’è da sapere
Smalti semipermanenti, cosa cambia con le nuove regole dell’Unione Europea
Sistemi sanitari a confronto: i migliori e i peggiori secondo l’OCSE: Italia ancora una volta con troppe ombre
Schillaci annuncia nuovi fondi per la prevenzione del tumore al seno: 200.000 euro per il 2025 e 800.000 per il 2026
Pelle sensibile, rossori e segni di couperose: ecco come curarsi
Influenza stagionale: nuove raccomandazioni EMA per i vaccini 2025/2026
Attaccamento ansioso: come riconoscerlo e affrontarlo
Il ginocchio in piedi: la rivoluzione della risonanza magnetica aperta per chi vive di sport
Consigli essenziali per una corretta igiene orale e un sorriso sano
Sincope: prevenzione e diagnosi con esami specifici: importanza della risonanza magnetica
Torna in alto