Autorevoli studi dimostrerebbero come esiste una sottile relazione tra il livello elevato di glicemia e il melanoma. Un livello anomalo di glicemia può infatti rappresentare un fattore negativo per i pazienti affetti da melanoma metastatico sottoposti a immunoterapia, anche se non diabetici. A rivelarlo è uno studio recente presentato al congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco), secondo cui alti livelli di glucosio nel sangue incidono in modo sfavorevole sulla sopravvivenza e sulla risposta alle cure nei pazienti trattati con inibitori dei checkpoint immunitari.
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Il legame tra glicemia alta e sopravvivenza nei pazienti oncologici
Secondo i risultati dello studio, nei pazienti non affetti da diabete ma con glicemia elevata prima dell’inizio del trattamento, le probabilità di sopravvivenza si riducono drasticamente. In particolare, l’analisi ha coinvolto 1.079 soggetti con melanoma metastatico in trattamento immunoterapico. I livelli di zucchero nel sangue sono stati monitorati in tre momenti diversi nelle due settimane precedenti l’avvio della terapia. È stata individuata una soglia critica: 93,33 mg/dL.
Chi presentava valori inferiori a questa soglia mostrava una sopravvivenza mediana di 27,7 mesi, mentre per i pazienti con glicemia più alta la sopravvivenza media scendeva a 14,5 mesi. Anche la sopravvivenza libera da progressione (cioè il tempo in cui la malattia non peggiora) era nettamente più favorevole nei pazienti con glicemia più bassa: 7,4 mesi contro 4,3 mesi, con una differenza del 72%.
Meccanismi biologici: come l’iperglicemia incide sulla malattia
Lo studio ha indagato anche i motivi molecolari per cui l’iperglicemia possa aggravare il decorso del melanoma. In particolare, l’analisi dei biomarcatori ha evidenziato un’associazione tra glicemia elevata e livelli aumentati di interleuchina-6 (IL-6), una molecola chiave nei processi infiammatori. L’infiammazione sistemica, indotta da IL-6, potrebbe interferire negativamente con l’efficacia dell’immunoterapia.
Inoltre, da un campione di 95 profili genetici analizzati tramite RNA è emersa una correlazione tra alti livelli di zuccheri e una maggiore attivazione di geni responsabili del ciclo cellulare e dell’attività infiammatoria. In pratica, l’iperglicemia sembra favorire l’attivazione di circuiti biologici che stimolano la proliferazione tumorale e ostacolano la risposta del sistema immunitario.
Nuove prospettive terapeutiche grazie al monitoraggio glicemico
Questi risultati aprono nuovi scenari per la personalizzazione delle terapie nei pazienti oncologici. Identificare i soggetti a rischio di risposta sfavorevole all’immunoterapia attraverso un parametro semplice come la glicemia potrebbe rappresentare un importante passo avanti. Sebbene lo studio non abbia testato interventi specifici per abbassare la glicemia, l’ipotesi è che modifiche nello stile di vita, interventi nutrizionali mirati o futuri farmaci specifici possano migliorare le prospettive cliniche.
Secondo gli esperti, sarà necessario confermare i dati con ulteriori studi su scala più ampia, ma la glicemia potrebbe presto diventare un parametro da includere nei criteri di selezione terapeutica per i pazienti con melanoma avanzato.
Alimentazione e stile di vita per controllare i livelli di zucchero nel sangue
Controllare i livelli glicemici non è utile solo per le persone con diabete o pre-diabete. Anche nei soggetti apparentemente sani, un’alimentazione sbilanciata può generare picchi glicemici cronici, con effetti infiammatori generalizzati. Evitare cibi ad alto indice glicemico, zuccheri raffinati e pasti troppo ricchi di carboidrati semplici è una strategia preventiva efficace.
Allo stesso modo, l’attività fisica regolare aiuta a stabilizzare i livelli di glucosio e a migliorare la sensibilità insulinica, fattori che possono contribuire a rafforzare il sistema immunitario e a migliorare l’efficacia dei trattamenti oncologici.
Visite specialistiche mirate e prevenzione integrata: la glicemia elevata potrebbe compromettere le cure del melanoma

Nel caso di pazienti oncologici in trattamento, il monitoraggio dei valori glicemici dovrebbe essere parte di una strategia clinica più ampia. In presenza di melanoma metastatico, anche in assenza di diabete conclamato, è utile rivolgersi a professionisti per valutare l’andamento metabolico e individuare tempestivamente eventuali squilibri che potrebbero compromettere l'efficacia della cura.
Una valutazione multidisciplinare con oncologo, nutrizionista e, se necessario, endocrinologo, può offrire un quadro clinico completo, utile sia nella scelta dei trattamenti che nella gestione quotidiana della patologia. Prevenire l’iperglicemia attraverso uno stile di vita sano è oggi uno strumento in più nella lotta contro il melanoma.
Prospettive di ricerca e applicazioni future
La possibilità che la glicemia diventi un marcatore prognostico per il melanoma apre anche nuove strade per la ricerca. L’ipotesi è che controllare meglio i livelli di zucchero nel sangue possa potenziare l’effetto dei farmaci immunoterapici, offrendo ai pazienti una chance in più di superare la malattia. Sono in corso studi per verificare se strategie di controllo glicemico proattive possano tradursi in benefici concreti anche nei pazienti oncologici.
Nel frattempo, conoscere questa connessione può aiutare pazienti e medici a prestare attenzione a parametri spesso sottovalutati ma centrali nella risposta alle terapie.