Cura e prevenzione dell’epilessia: si è tenuto a Roma l’incontro che ha riunito oltre 800 specialisti da ogni parte del Paese per fare il punto sull’evoluzione nella diagnosi. L’edizione 2025 ha visto al centro dell’attenzione le forme metaboliche della patologia, un tema cruciale per l’epilettologia moderna, insieme alle nuove frontiere chirurgiche e all’impegno globale per l’accesso equo ai trattamenti nei contesti internazionali più fragili.

L’appuntamento ha offerto uno spazio di confronto su conoscenze aggiornate, tecnologie emergenti e modelli di cooperazione, per affrontare una delle patologie neurologiche più diffuse al mondo con strumenti sempre più personalizzati, precisi e multidisciplinari.

Epilessia metabolica: rara ma ad alto impatto clinico

Epilessia metabolica: rara ma ad alto impatto clinico

Al centro dei lavori si sono imposte le epilessie legate a malattie metaboliche ereditarie, patologie complesse che alterano il funzionamento delle vie cellulari e si manifestano spesso già nei primi mesi di vita, ma in alcuni casi possono emergere anche in età adulta in forma atipica.

La diagnosi precoce di queste condizioni rappresenta ancora una sfida notevole: richiede un’integrazione avanzata tra dati genetici, marcatori biochimici, osservazioni cliniche, tracciati EEG e imaging cerebrale. In particolare, lo screening neonatale esteso si conferma strumento fondamentale per identificare precocemente le alterazioni metaboliche che possono generare crisi epilettiche, consentendo così interventi tempestivi.

Dieta e terapie nutrizionali nella gestione delle crisi

Per alcune forme di epilessia metabolica, l’approccio terapeutico non si basa solo su farmaci, ma anche su regimi alimentari altamente specifici. La dieta chetogenica, per esempio, è oggi una delle opzioni più studiate ed efficaci per il controllo delle crisi, soprattutto nei casi farmacoresistenti.

Questo tipo di intervento, tuttavia, richiede una pianificazione meticolosa e un monitoraggio costante da parte di specialisti in nutrizione clinica e neurologia. La personalizzazione del piano nutrizionale, in sinergia con la terapia farmacologica e il follow-up multidisciplinare, rappresenta un nuovo standard di cura per numerosi pazienti.

Neurochirurgia funzionale: operare senza compromettere il linguaggio

Grande rilievo ha avuto anche il tema della chirurgia dell’epilessia nelle aree cerebrali che governano il linguaggio. Tecniche sofisticate come la risonanza magnetica funzionale, la stimolazione magnetica transcranica e l’intervento a paziente sveglio (awake surgery) stanno cambiando radicalmente l’approccio alla resezione chirurgica delle aree epilettogene.

Lo scopo non è solo eliminare le crisi, ma farlo senza danneggiare le funzioni cognitive fondamentali. Per questo è sempre più centrale la collaborazione tra neurochirurghi, epilettologi, neuroradiologi e neuropsicologi. L’equilibrio tra efficacia chirurgica e tutela neurologica diventa il parametro chiave per valutare il successo terapeutico.

Disparità globali e cooperazione internazionale

Una sessione interamente dedicata alla cooperazione sanitaria ha posto l’accento sulle criticità legate alla diagnosi e cura dell’epilessia nei Paesi a medio e basso reddito. In molte aree del mondo, l’accesso ai farmaci antiepilettici di prima linea è ancora limitato, mentre la disponibilità di specialisti è messa a rischio dalla migrazione professionale e dalla scarsità di formazione locale.

Le proposte emerse riguardano l’uso della telemedicina per garantire consulenze specialistiche a distanza, la promozione di programmi formativi digitali per medici e infermieri locali e l’implementazione di strategie integrate con il piano d’azione globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’epilessia (IGAP).

La situazione italiana: dati e priorità

Nel nostro Paese, si stima che siano circa 600.000 le persone colpite da epilessia. Nonostante i progressi nelle terapie e nelle tecnologie diagnostiche, restano aperte molte sfide legate all’uniformità nell’accesso alle cure, al riconoscimento precoce dei sintomi, alla presa in carico nei centri di riferimento e alla lotta contro lo stigma sociale.

Gli esperti riuniti a Roma hanno ribadito l’importanza di rafforzare le reti territoriali, aggiornare i protocolli clinici secondo le evidenze più recenti e promuovere campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica su una condizione neurologica ancora troppo poco compresa.

Visite specialistiche mirate e prevenzione: il ruolo della diagnosi integrata

La prevenzione e il controllo dell’epilessia, in particolare delle forme metaboliche, richiedono un percorso diagnostico altamente specialistico. Le visite neurologiche devono essere affiancate da valutazioni genetiche e metaboliche, esami di laboratorio, test neuropsicologici e imaging cerebrale ad alta risoluzione.

Tra i segnali da non sottovalutare figurano crisi improvvise, alterazioni della coscienza, movimenti anomali, regressione dello sviluppo nei bambini e comparsa di sintomi neurologici atipici in età adulta. L’intervento tempestivo, unito alla capacità di riconoscere pattern clinici complessi, può cambiare radicalmente la prognosi.

Un approccio preventivo efficace deve includere anche lo screening neonatale per le malattie metaboliche e il monitoraggio continuo nei pazienti a rischio, per intervenire prima che le crisi epilettiche diventino invalidanti o croniche.

Ricerca, formazione e tecnologie digitali per un’epilessia senza confini

In un mondo in cui le tecnologie evolvono rapidamente, l’epilessia resta un banco di prova per la medicina del futuro. Dalla genetica alla chirurgia robotica, dalle app per il monitoraggio delle crisi alla realtà aumentata per la riabilitazione cognitiva, ogni strumento può contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Ma per farlo servono ricerca continua, formazione capillare e un sistema sanitario capace di valorizzare l’interdisciplinarità. I modelli più efficaci sono quelli che integrano scienza, cura e inclusione, rendendo ogni innovazione accessibile a tutti, ovunque nel mondo.

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