E' più efficace il digiuno intermittente o la restrizione calorica costante? Quando si parla di perdere peso, le strategie sono tante. Ma questa è di certo una domanda resta sospesa tra chi prova da tempo e chi è solo all’inizio.

Un ampio studio clinico statunitense ha messo a confronto proprio queste due strade, con l’obiettivo di valutare quale porti a risultati migliori in un anno. Spoiler? Il digiuno intermittente vince di poco, ma non è tutto bianco o nero.

Lo studio: chi, dove, come

L’indagine, pubblicata sugli Annals of Internal Medicine, è stata condotta a Denver (Colorado) dal team della dottoressa Victoria A. Catenacci, presso l’Anschutz Health and Wellness Center.

I partecipanti, 165 in totale (età tra 18 e 60 anni, IMC tra 27 e 46), sono stati divisi in due gruppi:

  • Il primo ha seguito un regime di digiuno intermittente 4:3, cioè tre giorni non consecutivi a settimana con l’80% in meno di calorie e libertà totale nei restanti quattro.
  • Il secondo gruppo ha adottato una restrizione calorica quotidiana: -34% ogni giorno, per simulare lo stesso deficit settimanale del gruppo IMF.

Stesso supporto, stessa fatica

Per entrambi i gruppi il percorso è stato accompagnato da un programma comportamentale ad alta intensità. Cosa significa? Sessioni di gruppo, supporto costante e il consiglio di raggiungere almeno 300 minuti a settimana di attività fisica moderata. Non una passeggiata.

I risultati: IMF (il digiuno intermittente) vince, ma di poco

I risultati: IMF (il digiuno intermittente) vince, ma di poco

Dopo 12 mesi, ecco cosa è emerso tra i 125 partecipanti che hanno completato lo studio:

  • IMF (digiuno 4:3): perdita di peso media superiore.
  • Differenza rispetto al gruppo DCR: circa 2,89 kg in più persi.
  • La forbice di fiducia statistica va da 0,14 kg a 5,65 kg.
  • Significativo? Sì, ma non rivoluzionario.

Perché il digiuno intermittente ha funzionato meglio?

Il motivo potrebbe essere semplice: è più sostenibile.
Astenersi drasticamente dal mangiare solo tre giorni a settimana, sapendo di potersi “rilassare” nei successivi, può aiutare la mente e il corpo ad adattarsi meglio, riducendo lo stress da dieta continua.

In confronto, tagliare le calorie tutti i giorni può diventare un peso che si accumula e logora la motivazione.

Ma occhio: lo studio ha dei limiti

Gli stessi ricercatori mettono le mani avanti: i dati raccolti non possono essere estesi automaticamente a tutta la popolazione. Il campione è localizzato e specifico. In più, l’intero percorso si è svolto all’interno di un programma altamente strutturato, con molto supporto. Nella vita vera, le condizioni non sono sempre così ideali.

Conclusione: la chiave è nel metodo... e nella guida

Che tu scelga di provare il digiuno intermittente 4:3 o di ridurre costantemente le calorie, una cosa resta fondamentale: non fare tutto da solo. Uno dei primi passaggi importanti potrebbe essere, in caso di obesità, la misurazione della tua massa corporea.

La perdita di peso, se affrontata senza supporto professionale, può diventare pericolosa o inefficace. La guida di nutrizionisti esperti, dietologi o medici specializzati ti permette di:

  • Personalizzare il percorso sulla tua salute e i tuoi obiettivi.
  • Evitare squilibri nutrizionali.
  • Costruire un piano duraturo e realistico.

Quindi sì, IMF ha dato qualcosa in più. Ma la vera forza sta nel fare scelte consapevoli e farsi accompagnare nel viaggio. Non esistono scorciatoie, solo strumenti adatti a chi sei e a dove vuoi arrivare.

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