Un nuovo sistema di broncoscopia robotica che promette di rivoluzionare la diagnosi dei tumori polmonari è attivo presso il policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma. Si tratta di una tecnologia che consente di individuare e analizzare noduli anche di piccolissime dimensioni in maniera minimamente invasiva, offrendo ai pazienti maggiori possibilità di una diagnosi precoce e quindi di un trattamento tempestivo ed efficace.
Il macchinario si chiama Ion Endoluminal System ed è sviluppato dalla società Intuitive Surgical. È in grado di guidare con estrema precisione un catetere ultraflessibile all’interno delle vie respiratorie, arrivando fino alle lesioni più periferiche dei polmoni. Il risultato è un’esplorazione approfondita e sicura, che permette di ottenere campioni per la biopsia con un’altissima accuratezza, anche in pazienti complessi.
Parliamo di:
Nuove possibilità per evitare monitoraggi prolungati e interventi inutili
L’uso di questa piattaforma permette di evitare molti dei limiti associati alle tecniche tradizionali. In passato, i noduli più piccoli venivano spesso tenuti sotto osservazione per mesi, con ripetute TAC e risonanze magnetiche, nell’attesa di verificarne l’evoluzione. In altri casi, si ricorreva a interventi chirurgici o biopsie a cielo aperto, con tutto il carico di stress e complicanze che comportano.
Grazie alla broncoscopia robotica, questi percorsi possono essere drasticamente semplificati. La diagnosi è più rapida, precisa, e meno traumatica per il paziente. La possibilità di accedere anche alle lesioni più difficili da raggiungere senza ricorrere a tecniche invasive è uno dei vantaggi più significativi di questa tecnologia. Il tutto con un tasso di complicanze estremamente basso e con tempi di recupero molto rapidi.
Il Gemelli tra i pochi centri italiani dotati del sistema robotico
Il policlinico Gemelli è attualmente l’unico centro del Centro-Sud Italia a disporre dell’Ion Endoluminal System e tra i pochissimi a livello nazionale. Un primato che sottolinea la vocazione all’innovazione e alla ricerca di eccellenza dell’ospedale universitario romano. A livello internazionale, questa piattaforma è già diffusa in modo significativo, con circa 1.000 sistemi installati negli Stati Uniti, dove rappresenta lo standard in molte strutture d’eccellenza.
L’adozione in Europa è ancora limitata, soprattutto a causa degli elevati costi di acquisto e gestione, ma gli straordinari risultati diagnostici raggiunti stanno spingendo sempre più ospedali a investire in questa direzione. Il sistema è già stato protagonista di numerosi studi scientifici che ne hanno dimostrato la precisione, la sicurezza e l’efficacia.
Come funziona la broncoscopia robotica nella cura dei tumori polmonari

La procedura viene effettuata in anestesia generale e non prevede limiti di età per i pazienti. Il catetere guidato dal sistema robotico segue un percorso tridimensionale calcolato sulla base della TAC del paziente, raggiungendo in maniera mirata il nodulo da analizzare. Una volta giunto alla sede, il medico può effettuare il prelievo del tessuto da esaminare in laboratorio.
Rispetto alle tecniche tradizionali, questa metodica ha il vantaggio di essere molto meno invasiva e più sicura, con un rischio di complicanze ridotto al minimo. Inoltre, permette di agire con rapidità su noduli molto piccoli, difficilmente accessibili in passato, migliorando notevolmente le possibilità di intervenire in fase iniziale.
Verso il trattamento robotico dei noduli polmonari
Se oggi la broncoscopia robotica è utilizzata principalmente a scopo diagnostico, nel prossimo futuro potrebbe diventare anche uno strumento terapeutico. I cateteri guidati dal robot, infatti, possono essere utilizzati non solo per le biopsie ma anche per somministrare trattamenti mirati direttamente sul nodulo.
Si parla di tecnologie come le microonde o la radiofrequenza, che permetterebbero di colpire e distruggere la massa tumorale in modo localizzato, senza intaccare il tessuto sano circostante. Questa prospettiva rappresenta una svolta epocale nella gestione delle neoplasie polmonari, specie in pazienti non operabili o che rifiutano l’intervento chirurgico.
Visite specialistiche mirate e prevenzione oncologica
La diagnosi precoce è un fattore chiave nella cura dei tumori polmonari. Per questo motivo è fondamentale non trascurare mai i controlli di routine, soprattutto nei soggetti a rischio come fumatori, ex fumatori, pazienti con familiarità per neoplasie o con esposizione a sostanze tossiche (amianto, radon, silice).
Le visite pneumologiche periodiche, accompagnate da esami diagnostici avanzati, rappresentano uno strumento essenziale di prevenzione. La disponibilità di tecnologie innovative come la broncoscopia robotica rende oggi possibile identificare lesioni in fase inizialissima, cambiando radicalmente la prognosi. È importante che anche i medici di base siano informati e orientino i propri pazienti verso percorsi specialistici in presenza di sintomi sospetti.
Sintomi iniziali e segnali da non sottovalutare
I tumori polmonari nelle prime fasi possono essere completamente asintomatici. Tuttavia, è importante prestare attenzione a sintomi come tosse persistente, respiro corto, dolori al torace, emottisi (presenza di sangue nel catarro) o calo ponderale senza causa apparente.
Anche disturbi lievi ma duraturi nel tempo, come un affanno inusuale o un senso di pesantezza al petto, devono essere approfonditi, soprattutto se si appartiene a una categoria a rischio. Il messaggio è chiaro: intervenire presto può fare davvero la differenza.