Il profilo della popolazione con diabete in Italia subisce evoluzioni in positivo grazie ai progressi delle terapie e un'assistenza clinica sempre più strutturata. Aumentano infatti i pazienti longevi, con un numero crescente di over 75 tra i malati di diabete di tipo 2 e di over 65 tra quelli affetti da diabete di tipo 1. Un segnale che indica un miglioramento delle condizioni di vita, ma che porta con sé nuove sfide nella gestione delle complicanze associate.

I dati degli Annali Amd 2024

A delineare questo quadro è l’edizione 2024 degli Annali dell’Associazione medici diabetologi (Amd), presentata al Senato, che raccoglie i dati relativi a oltre 750.000 pazienti seguiti nelle strutture specialistiche del Paese. I risultati mostrano un'evoluzione significativa della malattia e dei suoi trattamenti, con importanti miglioramenti nei principali indicatori clinici, pur mantenendo alcune criticità aperte.

L’età media dei pazienti con diabete continua a salire

L’età media dei pazienti con diabete continua a salire

Nel dettaglio, nel diabete di tipo 2 la quota di pazienti con più di 75 anni è passata dal 34,8% a quasi il 36%. Anche nel diabete di tipo 1 si registra un progressivo invecchiamento, con il 18,3% di over 65 e una presenza crescente di pazienti ultraottantenni. Questi dati testimoniano l'efficacia delle terapie nel contenere l'evoluzione della patologia e nel permettere una vita più lunga, ma evidenziano anche la necessità di adeguare i percorsi assistenziali a una popolazione sempre più anziana e con esigenze complesse.

Emoglobina glicata e colesterolo: i miglioramenti

Tra i trend più positivi spiccano la stabilità dei pazienti che raggiungono i valori target di emoglobina glicata (56%) e l’aumento di quelli con livelli corretti di colesterolo, saliti dal 40,2% al 44%. Risultati importanti, che dimostrano l’efficacia del monitoraggio e della personalizzazione delle terapie nelle diabetologie italiane.

Obesità in calo nel tipo 2 grazie ai farmaci innovativi

Nel diabete di tipo 2 si registra un lieve ma significativo calo dei pazienti obesi, passati dal 36% al 35%. Un miglioramento legato all’uso crescente di farmaci come le glifozine e gli agonisti del recettore GLP-1 – tra cui il semaglutide – la cui prescrizione è aumentata dal 67,5% al 77,4%. Si tratta di terapie che, oltre a migliorare il controllo glicemico, aiutano nel controllo del peso e riducono il rischio cardiovascolare.

Pressione arteriosa: l'obiettivo resta lontano

Nonostante i progressi registrati in altri ambiti, solo il 26,5% dei pazienti riesce a raggiungere valori ottimali di pressione arteriosa. Un dato che rappresenta ancora un punto critico nella gestione complessiva della patologia, in quanto l’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per le complicanze cardiovascolari nei pazienti con diabete.

Diabete gestazionale: lieve calo delle diagnosi tardive

Nel campo del diabete gestazionale si osserva una riduzione, seppur contenuta, delle diagnosi tardive, che passano dal 14,4% al 13,6%. Un segnale incoraggiante che suggerisce una maggiore attenzione nei controlli durante la gravidanza, anche se resta ancora margine di miglioramento per una diagnosi più tempestiva e per una presa in carico più strutturata delle donne affette.

Piede diabetico e retinopatia: complicanze sotto osservazione

Restano tuttavia significative criticità nel monitoraggio e nella gestione di alcune delle più comuni complicanze del diabete, come il piede diabetico e la retinopatia diabetica. Nonostante siano tra le cause più frequenti di invalidità, queste condizioni non sempre ricevono un’attenzione adeguata nei percorsi di cura. Servono protocolli più stringenti e una maggiore diffusione degli esami specialistici per la prevenzione e la diagnosi precoce.

Ancora bassa la diffusione dei microinfusori

Un altro elemento su cui intervenire è la scarsa diffusione dei microinfusori di insulina, dispositivi che migliorano notevolmente la qualità della vita e il controllo glicemico. Attualmente, meno del 20% dei pazienti ne fa uso, una percentuale giudicata insufficiente in relazione ai benefici potenziali. L’accesso a questi strumenti risente spesso di barriere economiche, logistiche o culturali, che vanno superate attraverso un approccio più inclusivo e diffuso.

Disuguaglianze geografiche e socio-economiche

Permangono forti disuguaglianze nella distribuzione del diabete tra le diverse aree del Paese e tra i vari gruppi socio-economici. L’incidenza è più elevata nel Mezzogiorno e tra gli uomini appartenenti alle fasce sociali più svantaggiate. Inoltre, il 14% dei pazienti seguiti nelle strutture diabetologiche italiane è originario di Paesi extra-europei, evidenziando la necessità di percorsi assistenziali più attenti alla diversità culturale e linguistica.

Un sistema in evoluzione ma con sfide aperte

Il quadro emerso dagli Annali Amd 2024 racconta una sanità che migliora nelle sue capacità terapeutiche, ma che si trova ora ad affrontare nuove sfide legate all’invecchiamento della popolazione diabetica e alla necessità di una presa in carico sempre più personalizzata. La capacità di individuare immediatamente i soggetti diabetici con esami mirati e intervenire precocemente sulle complicanze, di ampliare l'accesso a tecnologie avanzate e di ridurre le disuguaglianze saranno i prossimi obiettivi cruciali per garantire una gestione efficace e sostenibile della patologia.

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