Il rischio decessi causati dalle ondate di calore rappresenta una drammatica realtà. L’incremento delle temperature globali, se non accompagnato da efficaci strategie di adattamento, potrebbe portare a un’impennata drammatica della mortalità legata al caldo. Un nuovo studio condotto dall’University College London in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine stima che, entro il 2070, nel Regno Unito i decessi annui causati da ondate di calore potrebbero toccare quota 34.027, ovvero oltre cinquanta volte in più rispetto alle 634 morti annuali attualmente registrate in Inghilterra e Galles.
Scenari futuri: da contenuti a catastrofici
La ricerca ha tracciato due traiettorie alternative. La prima, definita “scenario ottimistico”, prevede un riscaldamento globale contenuto entro 1,6 °C rispetto ai livelli pre-industriali e l’adozione diffusa di misure di adattamento. Anche in questo caso, però, il numero di morti annuali non sarebbe trascurabile: si stimano 3.007 decessi nel 2050 e 4.592 nel 2070.
Il secondo scenario, classificato come “scenario peggiore”, ipotizza un incremento della temperatura di 4,3 °C e una bassa capacità di risposta del sistema. In questo contesto, i decessi legati al caldo arriverebbero a 10.317 entro il 2050 e a oltre 34mila entro il 2070.
L’invecchiamento della popolazione come fattore moltiplicatore
A influire pesantemente sull’aumento delle vittime non è solo il clima, ma anche la struttura demografica. Secondo gli autori dello studio, l’invecchiamento della popolazione di Inghilterra e Galles rappresenta un moltiplicatore del rischio. Le persone anziane sono più esposte agli effetti delle alte temperature, soprattutto in presenza di patologie preesistenti cardiovascolari, respiratorie, neurologiche o di condizioni di isolamento sociale.
Un’estate come quella del 2022 potrebbe diventare la norma
Lo studio richiama inoltre i dati relativi all’estate 2022, che nel Regno Unito ha registrato temperature record fino a 40,3 °C e quasi 3mila decessi in eccesso. Secondo le analisi, questo tipo di estate estrema potrebbe diventare il nuovo standard climatico da qui alla metà del secolo. Le città densamente popolate come Milano, già individuata tra le più colpite a livello europeo in precedenti rapporti, rischiano impatti ancora più marcati.
Strategie possibili per ridurre il rischio
Gli esperti sottolineano l’urgenza di intervenire subito con politiche strutturate, sia in ambito ambientale che sanitario. Tra le misure prioritarie vengono indicate:
- Miglioramento della ventilazione e raffrescamento nelle abitazioni
- Installazione di tende oscuranti e tetti riflettenti
- Aumento della vegetazione urbana e delle aree ombreggiate
- Supporto diretto a categorie vulnerabili, come gli anziani e i pazienti cronici
- Attivazione di sistemi di sorveglianza del rischio climatico
- Piani di allerta mirati per i periodi di caldo estremo
Il climate change come nuovo determinante sanitario
Secondo il team di ricerca, i cambiamenti climatici vanno ormai considerati un determinante strutturale della salute, con impatti diretti e indiretti sui sistemi sanitari nazionali. L’esposizione al caldo non solo aumenta il rischio di morte, ma compromette anche la gestione delle malattie croniche e la tenuta delle strutture sanitarie, già sotto pressione nei mesi estivi.
Visite specialistiche mirate e prevenzione nei mesi caldi per i soggetti più fragili (bambini, anziani e malati cronici): ecco come combattere il rischio delle ondate di calore

Con l’aumento delle ondate di calore, diventa fondamentale potenziare l’accesso a visite specialistiche mirate, soprattutto in ambito cardiologico, pneumologico e geriatrico. Segnali come palpitazioni, difficoltà respiratorie, disorientamento, spossatezza improvvisa e alterazioni della pressione arteriosa devono essere monitorati con attenzione, in particolare nelle fasce d’età più avanzate. Anche la valutazione precoce delle condizioni abitative e del livello di autonomia individuale rappresenta un elemento chiave per contenere la mortalità.
Agire ora per contenere l’emergenza futura
Il messaggio che arriva dallo studio è chiaro: senza interventi decisi e tempestivi, l’esposizione alle alte temperature diventerà un fattore sanitario esplosivo. Ridurre le emissioni, pianificare la risposta urbana al caldo, riorientare la sanità pubblica verso l’adattamento climatico non sono più opzioni, ma necessità urgenti per limitare l’impatto sulla salute pubblica nei prossimi decenni.