Colite ulcerosa, nuova opportunità terapeutica con l’approvazione Aifa di etrasimod

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che interessa il colon e il retto. È caratterizzata da un’infiammazione persistente della mucosa, che porta alla comparsa di ulcere e lesioni. Si manifesta spesso con sintomi invalidanti come diarrea frequente con sangue o muco, dolori addominali, urgenza evacuativa, stanchezza marcata e perdita di peso.

Questa patologia può colpire a qualsiasi età, ma è più comune nei giovani adulti tra i 20 e i 40 anni e in alcuni casi anche negli adolescenti. La progressione della malattia varia da persona a persona: alcuni pazienti hanno forme lievi e intermittenti, altri convivono con forme più gravi e debilitanti.

La rimborsabilità di etrasimod

Dal 31 luglio 2025 l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha autorizzato la rimborsabilità di etrasimod, un farmaco già approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali nel 2024. La decisione riguarda i pazienti dai 16 anni in su con colite ulcerosa da moderata a grave che non hanno risposto alle terapie convenzionali o ai trattamenti biologici.

Etrasimod viene assunto per via orale, una compressa al giorno, ed è inserito in classe H, il che significa che è disponibile attraverso i centri autorizzati del Servizio Sanitario Nazionale.

Come agisce il nuovo farmaco

Etrasimod appartiene alla categoria dei modulatori del recettore S1P (sfingosina-1-fosfato). La sua azione riduce la migrazione dei linfociti, cellule del sistema immunitario che hanno un ruolo chiave nei processi infiammatori. In questo modo si limita l’infiammazione intestinale, migliorando i sintomi e favorendo periodi di remissione della malattia.

Gli studi clinici internazionali hanno dimostrato che il farmaco è in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo la frequenza dei sintomi e aumentando la probabilità di mantenere nel tempo una condizione di benessere.

Sintomi da monitorare e prevenzione

La colite ulcerosa non è una patologia che si può prevenire in senso stretto, poiché le cause esatte non sono ancora del tutto chiarite. Si ritiene che una combinazione di fattori genetici, immunitari e ambientali contribuisca allo sviluppo della malattia. Tuttavia, è possibile intervenire per limitare l’impatto dei sintomi e prevenire le complicanze.

Tra i segnali da non trascurare ci sono:

  • diarrea cronica con sangue o muco;
  • dolori e crampi addominali ricorrenti;
  • calo ponderale inspiegato;
  • stanchezza persistente;
  • febbricola.

Un’attenzione particolare va rivolta agli adolescenti e ai giovani adulti, nei quali la malattia può esordire in modo improvviso.

Visite specialistiche e diagnosi

La diagnosi di colite ulcerosa richiede una valutazione specialistica, in genere affidata a centri di gastroenterologia. Il percorso diagnostico prevede:

  • visita medica specialistica con raccolta della storia clinica;
  • analisi del sangue e delle feci, utili a evidenziare segni di infiammazione e a escludere infezioni;
  • colonscopia con biopsia, esame di riferimento per valutare lo stato della mucosa intestinale e confermare la diagnosi.

I controlli regolari gastroenterologici sono essenziali per monitorare l’evoluzione della malattia, adattare le terapie e prevenire complicanze gravi come il megacolon tossico o l’aumento del rischio di tumore del colon-retto.

Un percorso terapeutico personalizzato

La gestione della colite ulcerosa prevede un approccio multidisciplinare. Oltre ai farmaci convenzionali e biologici, l’arrivo di molecole innovative come etrasimod amplia le possibilità di cura per i pazienti che non rispondono alle terapie tradizionali.

L’obiettivo è raggiungere e mantenere la remissione clinica, ridurre l’uso di cortisonici e migliorare il benessere fisico ed emotivo. La scelta terapeutica deve essere sempre calibrata sulle caratteristiche del singolo paziente, considerando età, gravità dei sintomi e risposta alle cure precedenti.

La qualità della vita come priorità

Vivere con la colite ulcerosa significa affrontare una malattia cronica che influisce non solo sul corpo, ma anche sulla vita sociale, lavorativa e psicologica. Garantire l’accesso a nuove terapie sicure ed efficaci rappresenta un passo avanti importante per ridurre la disabilità legata alla malattia e restituire ai pazienti una quotidianità più serena.

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