Sta preoccupando gli ospedali europei e italiani la Candida auris, fungo multiresistente ai farmaci, capace di diffondersi rapidamente e difficile da eradicare. Tra il 2013 e il 2023 si sono registrati oltre 4mila casi in Europa, più di 700 in Italia, che si colloca al terzo posto per numero di contagi dopo Spagna e Grecia.

Una minaccia per la salute pubblica

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) parla di «seria minaccia per i pazienti e i sistemi sanitari». Solo nel 2023 sono stati notificati 1.346 casi da 18 Paesi Ue/See, il numero più alto mai segnalato.
L’Oms ha inserito la Candida auris nella lista dei funghi patogeni a priorità elevata, per la sua capacità di resistere a più antimicotici e colonizzare a lungo superfici, apparecchiature mediche e pazienti.

Diffusione negli ospedali

In Italia e in altri Paesi la trasmissione non è più circoscritta a singoli focolai: il fungo si è diffuso in maniera regionale e nazionale. La sua persistenza negli ambienti ospedalieri e la capacità di colonizzare la pelle per mesi lo rendono un patogeno difficile da contenere.
Il rischio maggiore riguarda i pazienti fragili o immunodepressi, spesso già affetti da più patologie, ricoverati per lunghi periodi o sottoposti a procedure invasive.

Come avviene il contagio

Il fungo è stato isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone, dall’orecchio di una paziente (da qui il nome auris, in latino «orecchio»).
Il contagio avviene tramite:

  • contatto diretto con una persona infetta o colonizzata;
  • contatto con superfici o dispositivi medici contaminati.

La mortalità associata può variare dal 30% al 70%, soprattutto nei pazienti con più comorbilità.

Candida auris: sintomi da non sottovalutare

Candida auris: sintomi da non sottovalutare

L’infezione non è facilmente riconoscibile: i sintomi sono aspecifici e possono essere confusi con altre forme di Candida. Le infezioni più frequenti riguardano:

  • infezioni del sangue;
  • otiti;
  • infezioni delle ferite;
  • infezioni addominali.

Può rimanere silente per molto tempo e diventare invasiva in caso di calo delle difese immunitarie.

Diagnosi e resistenze farmacologiche

La diagnosi richiede laboratori specializzati, perché la Candida auris può essere scambiata per altre specie.
Il trattamento di prima linea utilizza le echinocandine, ma molti ceppi mostrano resistenza anche ad altri farmaci, come fluconazolo e amfotericina B. Spesso è necessario ricorrere a terapie combinate e dosaggi elevati, con un monitoraggio costante del paziente.

Sorveglianza e prevenzione

Secondo l’Ecdc, meno della metà dei Paesi europei dispone di linee guida nazionali e sistemi di sorveglianza dedicati. Per contenere i focolai sono fondamentali:

  • diagnosi precoce;
  • isolamento dei pazienti colonizzati;
  • rigide procedure di igiene e disinfezione delle superfici;
  • formazione del personale sanitario.

Visite e controlli specialistici

In caso di infezioni fungine ricorrenti o resistenti, è importante rivolgersi a un infettivologo o a centri specializzati nella diagnosi delle infezioni da microrganismi multiresistenti. Esami come emoculture, tamponi da ferite o da siti specifici permettono di identificare precocemente la Candida auris e avviare un trattamento mirato.

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