A subire le conseguenze più gravi del caldo estremo sono le persone con disabilità. Le alte temperature possono determinare peggioramenti della condizione clinica, un aumento dei ricoveri e, nei casi più critici, una maggiore mortalità. Nelle aree urbane, dove l’effetto “isola di calore” amplifica l’impatto delle temperature elevate, il rischio si fa ancora più concreto per chi vive con limitazioni fisiche, barriere ambientali e isolamento sociale.
Parliamo di:
I principali motivi di vulnerabilità
Chi vive con una disabilità risulta più esposto agli effetti del caldo per una serie di fattori combinati. Le cause si dividono in tre aree: fisiologiche, ambientali e sociali. Le alterazioni nella termoregolazione, una mobilità ridotta o compromessa, l’impossibilità di accedere a spazi climatizzati o di chiedere aiuto, rendono questa fascia di popolazione estremamente esposta. A tutto questo si somma spesso una condizione economica precaria che limita l’uso di condizionatori, ventilatori o trasporti climatizzati.
Le diverse disabilità e gli effetti del caldo
Ogni tipo di disabilità può reagire in modo specifico e amplificato al caldo estremo. I rischi principali includono:
Malattie osteoarticolari e reumatiche
Il caldo e l’umidità tendono a peggiorare dolori articolari e gonfiori agli arti, rendendo più difficoltosi i movimenti e aumentando il pericolo di cadute.
Lesioni spinali
Le persone con lesioni al midollo spinale hanno un sistema di termoregolazione compromesso. La sudorazione alterata o assente può portare a episodi di ipertermia pericolosi.
Sclerosi multipla
In questa condizione anche un aumento di 0,5°C della temperatura corporea può causare un peggioramento temporaneo della funzione neurologica. Circa il 60-80% dei pazienti è sensibile anche a minime variazioni termiche.
Esiti di ictus
Quando l’ipotalamo o il sistema nervoso autonomo risultano compromessi, la capacità di regolare il calore e la sudorazione viene meno. Inoltre, la mobilità ridotta e le difficoltà comunicative aggravano il rischio.
Disabilità in età evolutiva
I bambini hanno una capacità di termoregolazione meno efficace rispetto agli adulti. Le difficoltà cognitive possono rendere difficile esprimere il malessere, e l’immobilità prolungata contribuisce allo stress termico.
Altre patologie croniche
Chi vive con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) affronta un rischio aumentato del 25% di mortalità durante le ondate di calore. Anche le persone con malattie cardiovascolari o oncologiche sono più vulnerabili per via della difficoltà del corpo a mantenere una temperatura stabile.
Buone pratiche quotidiane riassunte in FRESCA
Per affrontare le alte temperature in sicurezza è utile seguire sei linee guida pratiche, sintetizzate nell’acronimo FRESCA. Ogni lettera identifica un ambito fondamentale nella prevenzione del rischio da caldo.
F – Farmaci
Alcuni medicinali, come diuretici, vasodilatatori, antidepressivi o beta-bloccanti, alterano la risposta dell’organismo al calore. È sempre opportuno parlare con il medico per valutare se modificare la terapia nei mesi più caldi.
R – Reidratazione
Bere con regolarità anche in assenza di sete. Per chi ha deficit cognitivi sono utili promemoria visivi o interventi del caregiver per garantire l’assunzione di liquidi ogni 1-2 ore.
E – Esercizio
L’attività fisica deve essere mantenuta ma adattata: scegliere le ore fresche della giornata e ambienti ben ventilati. Nei soggetti più fragili può essere utile monitorare pressione e altri parametri.
S – Segni e sintomi
Crampi, nausea, vertigini, mal di testa, debolezza e confusione sono segnali d’allarme. Chi ha difficoltà a esprimersi potrebbe non comunicare il disagio: è importante osservare comportamenti e reazioni.
C – Clima
Prediligere spazi con temperatura controllata. L’ideale è restare in ambienti a circa 25°C e con umidità sotto il 60%. Se mancano i condizionatori, usare ventilatori, docce fresche e panni umidi. Evitare ghiaccio diretto o alcol sulla pelle.
A – Aiuto e rete sociale
Contrastare l’isolamento è fondamentale. Chiedere supporto a servizi locali, accedere a centri diurni, biblioteche o altri spazi climatizzati può fare la differenza. Inserire strategie specifiche nel piano assistenziale personalizzato è essenziale.
Visite preventive e sintomi da tenere sotto controllo: il caldo estremo nemico silente

Affrontare il caldo in modo consapevole significa anche programmare visite mediche mirate in base alla propria condizione. Il controllo di parametri come pressione, idratazione, funzionalità renale e risposta termica aiuta a prevenire peggioramenti improvvisi. In presenza di segnali come stanchezza persistente, confusione, cefalea o malesseri ricorrenti, è necessario un confronto con il medico per valutare eventuali adeguamenti della terapia o ulteriori accertamenti diagnostici. Gli specialisti possono fornire consigli su misura in base alla disabilità e al contesto di vita.
Prevenzione inclusiva per ridurre i rischi
Le ondate di calore non colpiscono tutti allo stesso modo. Le persone con disabilità devono essere messe al centro delle strategie di adattamento climatico. Non bastano le indicazioni sanitarie: è indispensabile agire su più livelli. Garantire accesso a spazi sicuri, dispositivi adeguati, informazioni accessibili e una rete di supporto efficiente è fondamentale per difendere la salute dei più fragili. Ridurre le barriere ambientali e sociali è il primo passo per rendere la prevenzione realmente efficace.