Costruire strategie comuni per affrontare l’emergenza Alzheimer con strumenti condivisi. Cooperazione internazionale, modelli integrati e terapie innovative al centro del patto multilaterale promosso dalla Fondazione per la Sostenibilità Sociale.

Un patto per il futuro tra istituzioni, scienza e società

Il 7 e 8 luglio a Milano, nella sede della Regione Lombardia, si è svolto "Mind the Future – A Cross-Country Alzheimer Readiness Pact", un evento internazionale promosso dalla Fondazione per la Sostenibilità Sociale, con la partecipazione di sei Paesi europei – Italia, Bulgaria, Estonia, Paesi Bassi, Spagna e Ungheria – uniti dalla volontà di costruire una piattaforma politica e scientifica di confronto sul tema dell’Alzheimer.

Sostenuto da Lilly Italia con il supporto di GE Healthcare, Biogen, Siemens e Fujirebio, e patrocinato dalla Società Italiana di Farmacologia, l’incontro ha messo intorno a un tavolo istituzioni regionali, nazionali, enti scientifici e associazioni di pazienti, con l’obiettivo di creare una rete di dialogo stabile per affrontare insieme le sfide poste dall’introduzione di nuove terapie.

Dalla diagnosi precoce all’accesso equo alle cure

Al termine dei lavori è stato elaborato un manifesto condiviso che sintetizza l’impegno dei partecipanti nella costruzione di un approccio comune, volto a superare le barriere che ancora oggi impediscono un percorso completo e tempestivo per le persone con Alzheimer. Il documento propone un modello operativo che parte dalla diagnosi precoce e arriva fino all’accesso equo alle terapie innovative, ponendo la persona al centro e riconoscendo la malattia come priorità sanitaria e sociale.

Multidisciplinarietà, personalizzazione e rete: i pilastri del nuovo modello

Secondo Adele Patrini, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Sociale, «l’integrazione tra scienza, cultura, organizzazione ed etica rappresenta la base per un’alleanza che traghetti il concetto di cura oltre i confini clinici, trasformandolo in espressione di libertà, conoscenza e solidarietà». Le giornate di lavoro sono state improntate a un metodo partecipato e interattivo, con l’ambizione di costruire modelli replicabili e adattabili ai diversi contesti europei.

Tre sono i capisaldi messi al centro dell’azione proposta:

  • Multidisciplinarietà, per coinvolgere in modo coordinato medici, psicologi, assistenti sociali e caregiver
  • Personalizzazione, per adattare le terapie ai bisogni e alla storia di ogni paziente
  • Rete, per creare un ecosistema di supporto che unisca famiglie, istituzioni e servizi

Medicina territoriale e caregiver al centro del nuovo piano

Nel corso dell’evento è intervenuta anche Annarita Patriarca, componente della XII Commissione Affari Sociali e promotrice dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l’Alzheimer, che ha rilanciato l’impegno a favore del Piano Nazionale Demenze. L’obiettivo è rafforzare l’assistenza domiciliare, potenziare la formazione dei caregiver e garantire una rete territoriale accessibile e continua.

Il modello integrato punta a un’assistenza sostenibile, in grado di accompagnare la persona e la famiglia lungo tutto il decorso della malattia, con un approccio sinergico tra politiche sanitarie, servizi e realtà del terzo settore.

Verso un nuovo rapporto tra individuo e malattia

Il percorso tracciato a Milano propone di superare il paradigma della malattia come destino, restituendo centralità alla persona e alla comunità. L'Alzheimer viene così riconosciuto non solo come una condizione medica, ma come questione culturale e sociale che impone risposte condivise e innovative.

Solo attraverso la contaminazione delle buone pratiche e il confronto tra sistemi sanitari europei, sarà possibile trasformare le conoscenze scientifiche in azioni concrete e costruire una preparazione collettiva all’impatto crescente della patologia nelle nostre società.

Visite specialistiche e percorsi di diagnosi integrata: l'alzheimer va affrontato con strumenti idonei e coraggio

Visite specialistiche e percorsi di diagnosi integrata: l'alzheimer va affrontato con strumenti idonei e coraggio

Uno degli obiettivi prioritari del patto è garantire un accesso omogeneo e tempestivo ai servizi di diagnosi precoce dell'alzheimer, con percorsi clinici strutturati che uniscano esami cognitivi, imaging e analisi di biomarcatori. Le visite neurologiche specialistiche devono essere affiancate da valutazioni multidimensionali e inserite in un sistema territoriale coordinato, in grado di accompagnare il paziente dalla prima sintomatologia fino alla presa in carico terapeutica.

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