Negli ultimi tre anni in Italia i casi di scabbia sono aumentati in maniera significativa, con incrementi che in alcune regioni hanno superato il +750%. La Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) ha acceso i riflettori su quella che era considerata a lungo una malattia dimenticata, e che invece oggi sta vivendo una nuova stagione di diffusione. L’estate, con i suoi spostamenti e le concentrazioni di persone, rappresenta un momento critico, aggravato dal fenomeno dell’overtourism che porta grandi numeri di viaggiatori a condividere spazi ridotti.

Le cause del ritorno della malattia

Secondo gli esperti, diversi fattori hanno contribuito alla recrudescenza: i viaggi frequenti, gli ambienti affollati, la convivenza forzata sperimentata durante i lockdown pandemici. Comunità chiuse come scuole, palestre, residenze assistite e strutture collettive risultano tra le aree più colpite. Studi recenti condotti in regioni come Emilia Romagna e Lazio hanno confermato l’esplosione dei casi a partire dal 2020, con un impatto particolare sul Lazio, indicato come un territorio a rischio emergente per la salute pubblica.

Modalità di trasmissione

La scabbia non è legata alla scarsa igiene, come spesso si crede. Il contagio avviene attraverso contatto diretto, prolungato e ravvicinato, che può avvenire all’interno delle famiglie, tra partner o in luoghi sovraffollati. Le condizioni che facilitano la diffusione sono la condivisione di spazi chiusi, l’uso comune di biancheria o indumenti e la permanenza prolungata in ambienti con alta densità di persone.

Sintomi da non sottovalutare

I segnali tipici sono prurito intenso, soprattutto notturno, accompagnato da piccole lesioni cutanee e papule localizzate in zone come mani, piedi, polsi e genitali. Nei bambini la malattia può interessare anche il volto e il cuoio capelluto. I sintomi possono apparire settimane dopo il contagio, rendendo difficile il riconoscimento immediato e favorendo la trasmissione silenziosa.

La rilevanza dell’overtourism

Il turismo di massa, soprattutto nei mesi estivi, ha un ruolo non secondario nella diffusione della scabbia. Le folle nei luoghi di vacanza, i viaggi aerei, i villaggi turistici e gli alberghi con elevata rotazione di ospiti aumentano le possibilità di contagio. Il fenomeno dell’overtourism, già analizzato come fattore di pressione ambientale e sociale, si dimostra oggi anche un vettore di rischio sanitario, ampliando la possibilità di diffusione delle infezioni cutanee.

Visite specialistiche e prevenzione: parola d'ordine diagnosi precoce per curare la scabbia

Visite specialistiche e prevenzione: parola d'ordine diagnosi precoce per curare la scabbia

La diagnosi precoce è un elemento chiave. Rivolgersi a dermatologi e centri di riferimento è fondamentale in presenza di sintomi sospetti. Le visite mirate consentono di distinguere la scabbia da altre patologie dermatologiche simili e di avviare rapidamente la terapia. La prevenzione passa attraverso il coinvolgimento dei contatti familiari e sociali, l’uso appropriato dei farmaci specifici, la disinfezione di ambienti, biancheria e vestiti. Evitare stigmi e paure infondate è essenziale: la malattia può colpire chiunque e la tempestività dell’intervento riduce complicazioni e ricadute.

Le aree più colpite in Italia

Gli studi regionali confermano come il fenomeno non sia distribuito in maniera uniforme. In Lazio i dati parlano di un rischio crescente per la salute pubblica, con un aumento di segnalazioni soprattutto nelle aree urbane e metropolitane. Anche l’Emilia Romagna registra un trend in crescita, mentre altre regioni, pur con numeri inferiori, vedono un aumento proporzionale significativo. La diffusione appare legata alla combinazione tra densità abitativa e mobilità dei cittadini.

L’importanza di riconoscere la malattia

Il principale ostacolo è rappresentato dal ritardo diagnostico. Spesso i pazienti si rivolgono tardi agli specialisti, convinti che i sintomi siano legati ad allergie o dermatiti comuni. Questo comporta un allargamento dei contagi e una gestione più complessa. Informare la popolazione sui segnali e sulle modalità di trasmissione è quindi uno strumento di prevenzione tanto importante quanto la terapia stessa.

Sanificazione e strategie di contenimento

La cura della scabbia non si limita alla somministrazione di farmaci topici o sistemici. È indispensabile associare un intervento sugli ambienti: lavaggio a caldo e disinfezione della biancheria, degli indumenti e della biancheria da letto, nonché la pulizia accurata degli spazi abitativi. Le strategie di contenimento prevedono un approccio integrato che coinvolge pazienti, famiglie e comunità, con l’obiettivo di ridurre i rischi di reinfezione.

Uno scenario da monitorare

Il ritorno della scabbia in Italia non può essere letto solo come un fatto sanitario isolato, ma come il segnale di una fragilità sociale e sanitaria più ampia. L’aumento della mobilità, i cambiamenti nelle abitudini di vita, l’invecchiamento della popolazione e i nuovi flussi turistici richiedono una sorveglianza costante. Prevenzione, informazione e diagnosi tempestiva restano le armi più efficaci per contrastare un fenomeno che, se trascurato, rischia di consolidarsi come emergenza endemica.

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